Cronaca

Comune: 'Proposta di Linea Reti Impianti non in linea con obiettivi interesse pubblico'

“Concessione del servizio di efficientamento energetico e riqualificazione degli impianti stessi in ottica Smart City mediante il ricorso di finanziamento tramite terzi”. E’ la definizione formale del procedimento adottato dal Comune per ammodernare l’illuminazione pubblica cittadina, deciso la scorsa settimana in Giunta con l’accettazione della proposta formulata dai francesi di Citelum, tramite gara nazionale Consip, giudicata migliore di quella presentata da Linea reti Impianti. Oggi le motivazioni di quella scelta sono più chiare, con la pubblicazione delle delibere di accettazione da una parte e di non adesione dall’altra. La proposta di Linea Reti Impianti (gruppo Lgh, di cui il comune di Cremona è socio indiretto attraverso Aem) è formalmente un project financing, in seguito al quale il Comune avrebbe dovuto indire una gara pubblica. Era pervenuta all’ufficio protocollo il 30 gennaio; quella di Citelum invece era giunta il 16 dicembre e successivamente integrata, anche sulla scorta dei pareri dell’Anci (associazione nazionale Comuni d’Italia), da ultimo il 31 gennaio.

Ma cosa c’era nella proposta di Linea Reti e Impianti che non era concorrenziale rispetto a quella di Citelum? Come si legge nella delibera, veniva previsto un affidamento di durata ventennale e “un piano economico finanziario composto per tutto il periodo di durata della concessione, comprendente costi presunti di investimento concentrati prevalentemente nel primo anno, acquisto energia elettrica e gestione ordinaria a fronte di un contributo annuo presunto a carico del Comune di Cremona, ai fini dell’equilibrio economico finanziario della gestione pari a euro 1.530.000 + iva indicizzati nel corso dei 20 anni”. Citelum propone invece una concessione di 9 anni.

“L’offerta economica e temporale – si legge nella delibera di Giunta –  così formulata da parte di Linea Reti Impianti non è migliorativa rispetto a quella formulata da Citelum, in quanto riferibile ad un periodo temporale di concessione di venti (20) anni, con sostenimento di costi fissi che non consentono di beneficiare economicamente dell’efficientamento energetico della stessa illuminazione pubblica per tutto il periodo temporale”. Altra criticità era rappresentata dai tempi lunghi, almeno un anno, che avrebbero richiesto le procedure di gara pubblica, senza considerare ulteriori lungaggini dovute a ricorsi. “Inoltre – si legge ancora – i tempi di progettazione post-gara sono espressi in massimo 110 giorni per progetto definitivo e massimo 60 giorni per progetto esecutivo art. 6.2 della convenzione; i tempi sopradescritti non consentono di incidere in modo determinante sulla necessità di intervenire nel più breve tempo possibile sui lavori relativi ai sostegni atti a mettere in sicurezza tali strutture deteriorate e a rendere fruibile continuativamente la stessa; infatti alla luce della tempistica sopra indicata è presumibile l’avvio dei lavori non prima del 2018”. L’amministrazione Galimberti insomma è preoccupata dagli aspetti relativi alla sicurezza: alcuni dei pali che reggono le lampade sono fortemente ammalorati, come emergeva nell’ultima ricognizione.

Dunque, una questione di tempi: il Comune ha fortemente accelerato, negli ultimi mesi del 2016, l’acquisizione da Aem della rete pubblica cittadina, una procedura non ancora completata, proprio per dare avvio all’ammodernamento nel più breve tempo possibile e per poter partecipare ai bandi di cofinanziamento delle opere, per i quali la proprietà delle reti è un requisito essenziale. Non partire subito coi lavori “non consentirebbe, tra l’altro, di beneficiare, già a partire dal 2017, del risparmio energetico derivante dalle azioni di efficientamento; i primi interventi infatti sono previsti dall’anno 2018”. Carenze nella proposta di Linea Reti e Impianti anche sul fronte dell’innovazione digitale: secondo il gruppo tecnico del Comune, infatti “non viene prevista la ‘smart city punto a punto’ sui singoli impianti di illuminazione, mentre viene offerto il telecontrollo solo ed esclusivamente sulle centraline e viene dichiarato il raggiungimento di un risparmio energetico del solo 56% sulla pubblica illuminazione ad efficientamento completato”. C’è poi un aspetto strutturale che non ha convinto l’amministrazione: “gli obiettivi proposti, quali l’interramento di linee aeree e la sostituzione massiva di cavi interrati, non coincidono a pieno con gli obiettivi che si è posta l’Amministrazione (risparmio energetico, ambientale, miglioramento dell’intensità di luce, risparmio economico e smart city)”. Infine, la già citata questione della durata ventennale della concessione, “non adeguatamente motivata”.

Oltre agli aspetti tecnico economici, la delibera di Giunta evidenzia quelli di natura giuridica che hanno fatto propendere per l’affidamento ad una società già selezionata attraverso gara pubblica: “L’art. 1 della legge n. 135 del 07/08/12, di conversione del D.L. n. 95 del 06/07/2012, ha stabilito, per specifici settori merceologici fra cui l’energia elettrica, l’obbligo per le amministrazioni pubbliche di ricorrere alle convenzioni quadro messe a disposizione da Consip S.p.A. e dalle centrali di acquisto regionali di riferimento.

“La giurisprudenza, tra l’altro richiamata in più punti dall’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac), è concorde nel ritenere che la scelta di aderire alle convenzioni Consip non richiede da parte dell’Amministrazione una specifica motivazione dell’interesse pubblico che la sottende, configurandosi una presunzione di convenienza, in quanto è intrinseca la economicità dei beni e servizi offerti dal sistema Consip”.

Pertanto la conclusione è stata quella ormai nota e che ha fortemente irritato i vertici di Linea Reti Impianti, società di Lgh insediata proprio a Cremona, con presidente e direttore generale cremonesi: “Valutato infine che, per il complesso delle considerazioni sopra riportate, la proposta in oggetto è tale da non risultare a fondo coerente con le esigenze dell’Amministrazione Comunale e non presenta tutti quei requisiti di interesse pubblico e di fattibilità per una siffatta iniziativa, si propone di non aderire alla proposta così come presentata, non sussistendo condizioni complessivamente migliorative rispetto alla proposta formulata da Citelum S.A”. Un giudizio politicamente pesante, considerati i rapporti tra ente locale e gruppo Lgh – A2A, ma che fa riferimento a basilari principi di concorrenza che la stessa partnership Lgh -A2A ha sempre esaltato. Un giudizio, inoltre, che la Giunta e in primis l’assessore Alessia Manfredini (ritenuta la principale ispiratrice della scelta, avvallata comunque da tutta la maggioranza) spiegano appoggiandosi ai pareri tecnici dei dirigenti interni del comune (segretario generale, dirigente Lavori Pubblici, dirigente servizi economico finanziari).

g.biagi

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