Cultura

'Il Duomo di Cremona non ha eguali in Padanìa'. Serata straordinaria con Sgarbi

cremona

Un duomo straripante di gente per un bagno d’arte, di cultura e di orgoglio ritrovato per le bellezze artistiche cremonesi nella brillante lectio magistralis di Vittorio Sgarbi in occasione della restituzione del dipinto della Crocifissione di Boccaccio Boccaccino dopo il lavoro di pulitura eseguito grazie al finanziamento del Comitato soci di Cremona di Coop Lombardia. “Nella Cattedrale avete un insieme di opere d’arte senza uguali nell’intera Padanìa. Nè il duomo di Modena, né quello di Ferrara, di Pavia o di Parma possono competere con la bellezza, la completezza e la maestosità del ciclo pittorico della Cattedrale di Cremona” – ha detto Vittorio Sgarbi alle migliaia di persone venute per la lezione dello storico dell’arte che ha anche aggiunto “il ciclo della cattedrale può essere messo al livello delle stanza vaticane dipinte da Raffaello”.

“L’insieme della Cattedrale di Cremona ma tutto quanto vedete nelle nostre chiese fa capire il valore dell’arte e della fede: nessuna religione ha mai prodotto tanta bellezza come quella cristiana, nella pittura, nella scultura, nella musica – ha proseguito – Perchè la bellezza ci avvicina a Dio”.

Il professor Sgarbi è partito analizzando e mostrando sullo schermo una delle meraviglie del Duomo, le statue del protiro, forse le più belle del Trecento italiano opere di un artista viaggiatore, Marco Romano, che da Roma si è spostato al nord facendo anche una puntata a Sant’Agata con la tavola che, a suo parere, è stata dipinta da un pittore più grande di Cimabue, con quel bimbo con la candela accesa che forse rappresenta la più bella candela della storia dell’arte o con il retro dell’opera bizantina con la Madonna e un Gesù Bambino che pare Ugo Tognazzi da piccolo. Ed ancora a Sant’Imerio per il magnifico quadro del Genovesino “Il riposo durante la fuga in Egitto”, già portato ad Expo che Sgarbi giudica un capolavoro assoluto. E poi l’interno: i pulpiti con le arche dei Martiri Persiani, opera dell’Amadeo con bassorilievi più importanti di quelli della Certosa di Pavia, la serie di Boccaccio Boccaccino intriso di Giovanni Bellini che possiamo definire il Raffaello di Cremona, i Campi, Altobello Melone, il Romanino fino alla tumultuosa esplosione del Pordenone che in Duomo ha lasciato il suo capolavoro: la Crocifissione della Controfacciata.

Vittorio Sgarbi, alla fine preso d’assalto dai cremonesi che volevano fargli autografare il suo ultimo libro, ha anche sottolineato l’urgenza di dotare la Cattedrale di un nuovo impianto di illuminazione che possa far percepire la grandezza del ciclo pittorico della navata centrale, un insieme unico in Italia.

sgarbi 2 sgarbi galimberti

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...