Cronaca

Rischio Islam radicale in carcere, un imam moderato lo combatte

Questa mattina il presidente del consiglio Paolo Gentiloni ha incontrato la Commissione di Studio sul fenomeno della radicalizzazione e dell’estremismo islamico insieme al ministro degli Interni Marco Minniti. “I percorsi di radicalizzazione islamica si sviluppano in alcuni luoghi: nelle carceri e nel web”. Il web è denuto costantemente sotto controllo dai servizi ma anche dalla nostra Digos che in diverse occasioni è intervenuta in provincia (con alcune espulsioni) proprio sulla base di comunicazioni online tra sospetti jihadisti. Le carceri, come anche successo in Francia, sono luoghi di adescamento e reclutamento terrorista. Così nel carcere di Cremona e in altri sette istituti di pena (i due di Milano, Verona, Brescia, Torino, Modena e Firenze) è in atto da qualche mese il tentativo di “togliere” il possibile innesco estremista grazie a un accordo del Ministero degli interni con l’Ucoii, l’Unione delle Comunità Islamiche Italiane, autorizzata ad inviare imam moderati in carcere. Si tenta cioè una alternativa spirituale alla radicalizzazione. Ed è quello che avviene alcune volte al mese, quando a Cà del Ferro arriva un imam o un mediatore culturale con tesserino Ucoii a gestire i momenti di preghiera nella saletta riservata individuata dall’Amministrazione carceraria. Finora partecipano agli incontri 5-6 detenuti anche se la popolazione carceraria di fede islamica è decisamente molto elevata anche nel nostro carcere. Si calcola che in Italia i detenuti musulmani siano circa 8mila e che almeno trecento siano sospettati di essere vicini alla radicalizzazione.

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