Lettere

Manfredini: su Tamoil
il centrodestra ha
poco da insegnarci

da Alessia Manfredini, assessore Ambiente comune Cremona

Caro direttore,

se il consigliere Fasani  partecipasse agli osservatori ambientali riattivati da questa amministrazione comunale certamente eviterebbe di far dichiarazioni politiche decisamente fuori luogo. 
I fatti. Perché prima di tutto, per chiarezza, non c’è nessuna operazione di bonifica in corso, né nelle aree esterne né nelle aree interne. E quindi, anche volendo, non ci sarebbe nessuna medaglia da appuntarsi. 
Risolto il tema occupazionale, in cui hanno concorso anche i parlamentari del Pd, ci sono solo in atto, e non con pochi problemi (sacche di metano, pozzi interrati) delle attività  di ripristino ambientale e di messa in sicurezza operativa con barriera idraulica, che vanno costantemente monitorate perché, nonostante il trend fisiologico di diminuzione di inquinanti, non è possibile ipotizzare quando queste operazioni termineranno. Stessa incertezza per i tempi di dismissione degli impianti. 
Poi, bene ricordare la storia. La giunta Perri è stata quella che inspiegabilmente ha deciso di non costituirsi come parte civile nel processo penale a carico di Tamoil.
E’ stata quella che dal 2001-2014 inspiegabilmente non ha chiesto alla società Tamoil, anche se la norma lo prevedeva (art 242 comma 7 del D.lgs n.152/2006), la fidejussione a garanzia delle operazioni di messa in sicurezza operativa progetto MISO. Totale 7 mln di euro, non cioccolatini. 
E’ stata quella inoltre che a novembre 2013, nel silenzio più assoluto, ha dato il via libera in una conferenza di servizi a Roma, contestualmente al decreto di smantellamento degli impianti, ad un possibile riutilizzo dell’area interna come parcheggio senza prevedere un minimo di garanzie per il ripristino e la bonifica di terreni e della falda acquifere nelle aree interne.
Personalmente confermo l’indirizzo politico della direzione cittadina del Pd a giugno 2012, che conteneva, oltre alla necessità di costituirsi come parte civile, una riflessione rispetto all’accordo sottoscritto anche dalla  giunta Perri con la Tamoil il 1 aprile 2011: positivo solo dal punto di vista occupazionale, ma profondamente incerto sui temi ambientali. Niente bonifica, solo una sorta di generico “ripristino ambientale” senza nessuna ammissione di responsabilità. Ben lontano dal principio sacrosanto di “chi inquina paga” e del danno ambientale e d’immagine che ha subito la nostra città.
Infine, cronaca recente, c’è l’esito dei primi due gradi di giudizio del processo penale; la volontà di costituirsi da parte della canottieri Bissolati e le motivazioni delle sentenze che ripercorrono le varie responsabilità  con vari soggetti che sono stati ascoltati e interrogati dai magistrati. Ricordo inoltre che nessuno dell’amministrazione Corada e Bodini è stato coinvolto. 
Sarebbe utile che il consigliere Fasani utilizzasse  le vacanze di Natale per studiare bene gli atti,  la sentenza del giudice Salvini e  le motivazioni che hanno spinto la giunta Galimberti a costituirsi come parte civile nel processo, riuscendo ad ottenere la fidejussione e a far un ricorso contro il decreto di dismissione a fianco di Regione Lombardia perché carente di alcune prescrizioni importanti; segnando così una discontinuità vera rispetto al passato. Nei fatti. E con atti concreti.

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