Per acquisire la rete della illuminazione, il Comune cede lo stabile di via Filzi
Sarà una permuta a consentire al Comune di incamerare la rete dell’illuminazione pubblica realizzata nell’arco di decenni da Aem e continuare così la sua modernizzazione. Se ne è parlato questo pomeriggio in commissione bilancio. Il valore della rete dell’illuminazione pubblica è stato stimato da una società esterna (lo studio associato Gsm di Milano) in 2 milioni 860mila euro e verrà acquisita cedendo in cambio ad Aem il palazzo di via Fabio Filzi 35, ex Bonomelli e attuale sede del Coni oltre che della Banda Città di Cremona, stimato in 2,4 milioni. Lo stabile, 1236 mq di superficie lorda, è da tempo inserito nel piano alienazioni comunale. La decisione presa dalla Giunta è stata quindi quella di acquisire la rete soltanto mediante permuta con propri immobili, ma prima erano state valutate altre alternative. L’acquisizione della rete è probabilmente l’opera pubblica più importante del prossimo anno e la delibera che dà il via al procedimento è stata illustrata mercoledì scorso in Giunta dall’assessore al patrimonio Andrea Virgilio. Come aveva spiegato in altre occasioni l’assessore alla Mobilità, ambiente e reti viarie Alessia Manfredini, il possesso della rete è condizione indispensabile per partecipare ai bandi regionali per la riqualificazione, che verrà affidata a un soggetto esterno. Il 2017 sarà un anno decisivo.
In totale, gli apparecchi di illuminazione di Cremona sono 13.591, di cui quasi la metà, 6.160, non conformi alla normativa. 88.170 euro il costo per la rimozione degli impianti obsoleti. Un po’ meglio la situazione dei ‘sostegni’, ossia i pali: 11.470 quelli presenti in città, 3.758 quelli inadeguati, quasi 100mila euro il costo per la loro rimozione. Le linee elettriche di alimentazione si sviluppano in particolare sotto terra, per 232,7 km; quelle aree hanno uno sviluppo di 71,3 km. Tra quelle interrate, la quota maggiore, circa il 31% è rappresentata da cavi con oltre 25 anni di età e il 23% è tra i 15 e i 25 anni: il loro valore residuo è pari a zero. Ben l’80% delle linee aeree, invece è assolutamente vetusto, con oltre 25 anni. Tutti gli apparecchi con questa vetustà vengono considerati da sostituire.
g.biagi