Gazebo e controgazebo: al parco Sartori leghisti e autonomi Vola qualche insulto, ma nessun momento di tensione
Gazebo e controgazebo. Separati da poche decine di metri, i leghisti da una parte e gli autonomi del Kavarna dall’altra stanno manifestando al parco Sartori (quartiere Po). Spiegamento notevole di forze dell’ordine e per ora, salvo qualche insulto dall’angolo del Kavarna, nessun incidente né momento di tensione.
I leghisti si presentano intorno alle 9,30. Dalle auto scaricano tavolini e materiale per allestire il gazebo all’angolo del parco accanto all’edicola. In tutto i militanti sono una ventina, tra i quali il vicesegretario Alessandro Carpani e il consigliere comunale Giovanni Ferraroni.
“Immigrazione e prostituzione + ghettizzazione e svalutazione = colonizzazione. Il triste destino di un quartiere ambito”, recita il volantino che i militanti distribuiscono ai passanti. E’ un nuovo affondo all’amministrazione e al sindaco, “reo” di aver “dimenticato” i cittadini “lasciando che un intero quartiere” diventasse “territorio di conquista per immigrati e prostitute”.
Agenti di polizia e carabinieri presidiano la zona con discrezione. E’ solo da dopo le 10 che dall’altro capo del parco (verso via del Sale), neanche cento metri più avanti, cominciano ad organizzarsi i ragazzi del centro sociale. Musica ad alto volume, bandiere ‘No Tav’ e abbigliamento in nero: una decina di autonomi intona il controcanto al Carroccio. Tra loro, anche Alfredo Zametta, uno dei ragazzi finiti al pronto soccorso dopo la rissa di questa estate ai giardini, sempre tra lumbard e autonomi.
“La Lega di lotta e non più di governo – proclama al microfono un giovane -, fregata dai suoi stessi assessori e consiglieri disobbedienti, tiene il solito becero banchetto. I militanti razzisti in cravattina verde d’ordinanza non pensano alla discarica d’amianto, se ne fregano della privatizzazione dell’acqua, se ne infischiano della devastazione del territorio provocata da opere inutili come il Terzo Ponte e la Strada Sud, non proferiscono parola sull’aumento della Tarsu lanciato dall’amministrazione di centro-destra tanto amata fino a quando era stata promessa la poltrona della presidenza AEM al cuore infranto Alessandro Carpani”.
Seguono insulti all’indirizzo dei leghisti, che dalla loro postazione ascoltano scambiandosi qualche battuta ma evitando di raccogliere la provocazione. Lungo la via che separa i due gruppi, la camionetta della polizia parcheggiata e qualche poliziotto. Altri agenti percorrono il parco per scoraggiare possibili ‘incursioni’ o contatti tra leghisti e autonomi.
Da un albero sulla via, vicino alla postazione del Kavarna, pende uno scheletro di plastica con un cravattino verde.
Allo stato attuale, la provocazione non si spinge oltre.
f.c.
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