Economia

Economia del territorio: cresce il fatturato ma cala produzione industriale

Questi sono i risultati che provengono dalla consueta indagine congiunturale condotta trimestralmente da Unioncamere Lombardia in collaborazione con l’Associazione Industriali, Confartigianato e Cna,

I dati congiunturali sul comparto industriale manifatturiero cremonese del terzo trimestre 2016 sono caratterizzati da segnali contrastanti: torna il segno positivo per fatturato e ordinativi mentre il fondamentale indicatore della produzione industriale registra una flessione. Su base annua, la produzione subisce un sensibile calo, affiancata in questo anche dagli ordini e dal fatturato, mentre è ancora positivo il confronto con il 2015 riguardo all’andamento occupazionale. Tutto sommato positivi sono i dati congiunturali dell’artigianato, che presentano una flessione degli ordinativi, ma anche una conferma dell’incremento dell’attività produttiva, un ritorno alla crescita del fatturato, ed una tenuta nel numero degli occupati.

“La rilevazione congiunturale riferita al terzo trimestre del 2016 mostra alcuni segnali positivi riferiti all’economia provinciale – commenta il Presidente della Camera di Commercio Gian Domenico Auricchio –, accanto però alla presenza di indicatori che denotano un quadro tuttora incerto, con la produzione che segna una battuta di arresto rispetto al 2015. L’attuale situazione rende indispensabile il prosieguo di azioni finalizzate a sostenere il sistema produttivo, con particolare riferimento al sostegno della domanda interna. Un impegno che la Camera di Commercio di Cremona fa proprio, prevedendo di restituire anche nel 2017, alle imprese e al territorio, oltre 1,5 milioni di euro, anche a fronte del taglio del 50% degli introiti derivanti dal diritto fisso. Per le stesse finalità nel 2016 abbiamo allocato oltre 2.170.000 euro”.

La Lombardia interrompe il trend positivo della produzione che ha caratterizzato gli ultimi trimestri, ma ciclo delle scorte, aspettative e ordini esteri apportano elementi di positività che attenuano i rischi di rallentamento per il prossimo trimestre. Si rileva infatti un’interruzione (-0,2%) della dinamica congiunturale positiva della produzione che durava da un paio d’anni, ma si conferma in regolare crescita il fatturato (+0,8%). Il buon andamento degli ordinativi esteri, che compensano la stasi sul mercato nazionale, riesce a mantenere positiva anche la variazione congiunturale della domanda (+0,6%), mentre si registra un sostanziale mantenimento del livello occupazionale. Rispetto al 2015, tutte le variazioni si confermano ampiamente positive, anche se la produzione subisce un deciso rallentamento dal precedente +2,2% al +0,4%.

Questi sono i risultati che provengono dalla consueta indagine congiunturale condotta trimestralmente da Unioncamere Lombardia in collaborazione con l’Associazione Industriali, Confartigianato e Cna, e che coinvolge ogni trimestre due campioni distinti di aziende manifatturiere, industriali e artigiane, e che ha interessato complessivamente 137 imprese cremonesi appartenenti a tutte le principali attività del comparto presenti in provincia.

Il periodo luglio-settembre 2016 ha visto dunque il dato destagionalizzato della produzione industriale cremonese ritornare negativo dopo la ripresa registrata nel trimestre precedente. L’attuale -0,6% congiunturale è in linea con il corrispondente dato lombardo. Da notare che il dato relativo al trimestre estivo è sempre più soggetto degli altri ad essere influenzato da fenomeni stagionali non sempre eliminabili completamente attraverso la metodologia statistica appositamente adottata.
L’indice destagionalizzato cremonese, comunque, grazie soprattutto alle buone performance manifestate nei trimestri precedenti, riesce a mantenersi il più alto in regione dietro a Lodi ed a contenere in tre punti percentuali il gap rispetto ai livelli pre crisi, mentre la Lombardia deve ancora recuperarne otto ed alcune province ben più di dieci.

Il fatturato recupera l’arretramento del trimestre precedente crescendo di quasi un punto percentuale, grazie soprattutto alle vendite sul mercato nazionale. Dopo due trimestri difficili, si registra un recupero del 2,4% per gli ordinativi, al quale contribuiscono entrambe le componenti, ma con il settore estero che presenta una migliore dinamica congiunturale. Note tutto sommato ancora stabili provengono dal mercato del lavoro, dove la variazione nel numero degli addetti conferma il dato regionale negativo, ma prossimo allo zero. Come nell’intera Lombardia, si conferma l’andamento in crescita dei prezzi che in provincia sembra porre fine al periodo deflattivo, mostrando un +1,2% per le materie prime ed un +1% per i prodotti finiti.
Il confronto con la Lombardia e l’Italia evidenzia il già richiamato trend in parallelo tra provincia e regione, entrambe in leggero calo, mentre il dato produttivo nazionale, ancora parziale non comprendendo il mese di settembre, evidenzia una crescita congiunturale superiore al punto percentuale che però consente solo un lieve riavvicinamento al livello del 2010 che si mantiene comunque ancora assai lontano.

Sul fronte dei ricorsi alla gestione ordinaria della Cassa Integrazione Guadagni, i dati provinciali rilevati sulle ore effettivamente utilizzate confermano una lieve ripresa congiunturale del fenomeno, mentre le ore di Cig autorizzate dall’Inps registrano un calo. Il numero di imprese che hanno fatto ricorso alla Cassa Integrazione risulta anch’esso in aumento dall’11,3 al 12,1% del totale. Nell’intera regione si riscontra invece una lieve flessione dei ricorsi alla Cassa Integrazione: la percentuale di imprese interessate è stata dell’11,4% e le ore utilizzate hanno costituito l’1,7% del monte ore totale.
Le aspettative per il prossimo trimestre sono complessivamente stabili: continuano a prevalere i pessimisti per ordini nazionali e occupazione, ma si confermano in territorio positivo le attese riferite alla produzione ed agli ordini esteri. Il sentiment degli operatori non si discosta molto da quello espresso nel trimestre scorso anche in Lombardia, dove sono previste in miglioramento entrambe le componenti della domanda, anche se restano appena negative quelle riguardo all’evoluzione del mercato interno, mentre sono stabili le attese per produzione ed occupazione.

Nel comparto dell’artigianato produttivo, i dati congiunturali confermano i segnali di risveglio dei trimestri più recenti, ma sembrano però stabili e rassicuranti soltanto riguardo all’andamento produttivo. Innestandosi nella situazione di grave crisi che opprime il comparto ormai da anni, la crescita della produzione che si registra ormai ininterrottamente da circa due anni, non è tuttavia in grado da sola di modificarne radicalmente il quadro complessivo, ma conferma quantomeno la fine della sua discesa. La produzione, seppure con valori di minima entità, giunge infatti alla sua nona variazione congiunturale positiva consecutiva (+0,8%) ed è in accelerazione, mentre il fatturato (+0,6%) riprende la crescita interrotta il trimestre scorso. Il numero di addetti si mantiene sostanzialmente invariato (-0,1%), mentre gli ordinativi segnano un dato in calo di quasi un punto percentuale.

Il panorama delle variazioni intervenute rispetto allo stesso periodo dell’anno 2015, concorda pienamente con i dati congiunturali, amplificandone la portata. Mostra infatti un segno positivo ed in accelerazione la produzione (+2,9%), riprende a salire il fatturato (+1,5%), ma scendono sempre più gli ordinativi (-3%) e il livello occupazionale (-0,7%).
La distribuzione delle imprese artigiane in base ai risultati produttivi ottenuti negli ultimi dodici mesi mostra un quadro strutturale complessivamente stabile, nel quale tuttavia crescono le quote sul totale sia delle aziende che producono di più rispetto all’anno prima (dal 39 al 42%), sia quelle che invece sono ancora al di sotto del livello raggiunto alla fine di settembre 2015 (dal 22 al 29%).

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