Cronaca

Dimensionamento scolastico, nulla di fatto: ultimo tentativo di mediazione

Ancora nulla di fatto per la risoluzione del dimensionamento scolastico degli ambiti cremasco e cremonese. Le proposte avanzate dal vice presidente della Provincia Viola non sono state accolte dalla compagine cremasca, che non ha voluto accogliere il tentativo di mediazione. Tutto è stato rimandato ad oggi alle 17.30, quando si terrà un nuovo tavolo di confronto tra le parti. Poi, venerdì, se si sarà trovato un accordo, ci sarà il voto in Consiglio provinciale.

Un tema che da tempo fa discutere il mondo scolastico e le categorie produttive ed economiche, ma che si è spostato sul piano territoriale: Cremonese contro Cremasco. Tanto che gli incontri fatti sinora per trovare una soluzione non hanno, per ora, sortito alcun effetto. Anzi, la divisione tra ambito cremasco e cremonese, invece di ridursi, nel tempo si è allargata arrivando al muro contro muro.

‘Ci siamo lasciati con delibera di indirizzo da parte dell’amministrazione provinciale, a cui doveva dare eseguibilità entro il 31 ottobre, per definire proposta di dimensionamento delle istituzioni scolastiche. Tra gli obiettivi dimensionare scuole sottodimensionate (meno di 600 studenti) o sopradimensionate (oltre 1650 studenti)” ha evidenziato il vice sindaco Maura Ruggeri durante la commissione svoltasi nel tardo pomeriggio di mercoledì.

Il motivo dello scontro riguarda sostanzialmente le sorti dell’istituto Stanga: Crema vuole la divisione della parte Cremasca da quella Cremonese, Cremona chiede invece di lasciare la situazione inalterata, in quanto “è una realtà di filiera agroalimentare importante per il territorio” evidenzia ancora Ruggeri. “Di fatto, invece, l’operazione di dimensionamento è stata subordinata dalla compagine cremasca a una operazione di scorporo di tutte le situazioni a scavalco, compreso istituto Stanga. Insomma, è ancora tutto molto incerto e le dichiarazioni dei cremaschi non fanno sperare in una soluzione positiva. Per quanto mi riguarda, credo che siamo in una situazione di grande imbarazzo verso quelli che sono gli attori protagonisti principali: le istanze di dimensionamento dello Stradivari, le preoccupazioni delle famiglie del Munari.

Ritengo che non vi sia ragione per cui tutto debba essere bloccato da questo atteggiamento per cui se non si fa l’operazione sullo Stanga non si fa nulla. Non capisco perché non si possa intanto agire su quelle realtà in cui le convergenze ci sono e che attendono urgentemente delle risposte per poter continuare a funzionare”.

Dalla parte cremasca, tutti gli scenari possibili di accorpamento partivano dal presupposto che l’offerta formativa cremasca fosse completa e autonoma; quindi con nessun istituto a scavalco su due ambiti. Le proposte prevedevano quindi che l’Istituto Agrario Stanga di Crema e Pandino fosse separato da quello di Cremona. Una proposta su tutte è stata quella di istituire un polo agro-meccanico con l’accorpamento dello Stanga cremasco con l’Apc Marazzi di Crema. Un polo formativo dei mestieri facenti capo al cremasco così come Cremona potrebbe avocare a sé un polo formativo delle arti con l’istituto Munari unito allo Stradivari. L’ altra proposta prevede l’unione del Liceo artistico Munari con il il corso grafico dello Sraffa.

“E’ sconcertante la leggerezza con cui si sono sostenute certe prese di posizione su questa vicenda” ha commentato il consigliere comunale di Cremona Luigi Lipara (Pd). “Le decisioni che si prendono influiscono sul funzionamento delle scuole. Sappiamo che se la Provincia non dovesse decidere, è possibile che la Regione prenda in mano la situazione e decidere in prima persona, in base a logiche che non sono le più funzionali per il nostro territorio”.

Preoccupazione emerge anche da parte dei consiglieri di minoranza Luigi Amore e Federico Fasani, per una situazione che sembra senza via d’uscita e che è tutta orientata al dibattito politico e alle fratture interne ai partiti.

“La politica dovrebbe restar fuori da queste situazioni lasciando che siano gli attori principali a risolvere la questione” ha commentato il consigliere comunale Giancarlo Schifano. “Si faccia un passo indietro, prendendo atto di un grosso fallimento della politica. altrimenti non usciremo mai da questa empasse”.

Invece le lancette dell’orologio corrono veloci: le divisioni attuali fanno pensare che difficilmente nell’incontro di domani si troverà l’accordo che non si è trovato per mesi, e la scadenza del 31 ottobre si fa sempre più vicina, con il rischio che non si trovi una soluzione e che poi le decisioni vengano prese dall’alto.

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