Politica

Il no al referendum unisce il centrodestra cremonese

Il centrodestra locale ritrova l’unità per dire no al referendum costituzionale e per costruire una forza unitaria in grado di sfidare il centrosinistra del sindaco Galimberti. I rappresentanti di Forza Italia, Ncd, Lega Nord e An si sono riuniti oggi pomeriggio, per lanciare una regia comune alle varie iniziative che i singoli partiti stanno organizzando per il no al referendum. Fiducioso Carloalberto Ghidotti, coordinatore cittadino Forza Italia: “Quella che nasce oggi è un’unione forte che proseguirà nel tempo, intendiamo dare una nuova identità al centrodestra che non sempre in questi anni si è visto unito. Questo nuovo corso si vedrà anche in consiglio comunale, dove presenteremo mozioni congiunte. Obiettivo, mandare a casa Galimberti”. “Il centrodestra a Cremona – aggiunge Marcello Ventura, An-Fratelli d’Italia – esiste e vuole cambiare questa amministrazione così arrogante e stizzosa, la peggiore che Cremona ha avuto negli ultimi 40 anni. Senza scendere nei dettagli del no al referendum, che ciascun partito declina a livello nazionale, voglio sottolineare che An una proposta alternativa ce l’ha, sempre disponibile a parlarne. Qui mi limito a dire che una riforma che riduce il Senato ad un ente di secondo livello, non più eletto dal popolo, riduce inevitabilmente il livello democratico del paese, il che è esattamente l’obiettivo di Renzi”.

“Momento importante – sottolinea Federico Fasani, Ncd – perchè esperienze come quella della Regione Lombardia dimostrano che i partiti del centrodestra possono governare insieme superando le differenze, se esiste un progetto forte. Finora noi come minoranze abbiamo lavorato moltissimo, ma con tutti i limiti imposti dai numeri e da una legge che ha ridotto il numero di consiglieri; ora è il momento di coalizzare le nostre forze”. Fasani entra poi nel merito della riforma costituzionale: “Me la sono letta e sono convinto che sia deleteria per il sistema Italia, perchè svuota di significato le periferie a favore di uno stato ‘energivoro’, come stiamo vedendo anche per le Province. Non mi pare che da quando la legge Delrio ha eliminato gran parte delle competenze delle Province, il debito pubblico sia diminuito. Allo stesso modo, Renzi utilizza la riduzione del numero di senatori come specchio per le allodole per accentrare i poteri”.

La Lega Nord ha coniato l’ennesimo hashtag per dire no, il #referenzium e su questo punta Pietro Burgazzi, segretario cittadino della Lega Nord, partito che il prossimo 19 novembre alle 15 in sala Zanoni  porterà a Cremona un suo peso massimo, Roberto Calderoli. “Questa riforma accentra il potere nelle mani del premier, tanto che potrà persino sciogliere le Camere”, afferma Burgazzi citando, senza nominarlo, il libro di Marco Travaglio. “Il presidente della repubblica, primo organo costituzionale di garanzia,  esce ulteriormente dimagrito dalla Riforma, non potrà più sciogliere il Senato e, di fatto, neppure la Camera”. Questo per Burgazzi, “significa Corea del Nord”.

g.biagi

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