Lettere

Mostra Torriani: 'Bravo
il sindaco che sa unire
diverse forze della città'

da Luisa Tinelli

Gentile direttore

Mi permetto di chiedere cortesemente spazio al suo giornale. Desidero condividere con i suoi lettori alcune considerazioni in merito alla neo-inaugurata mostra su Janello Torriani di cui il suo giornale ha dato ampia informazione. Si tratta sicuramente di un evento che porta Cremona alla ribalta nazionale, visto lo spazio riservatole da importanti giornali di tiratura nazionale, e alla ribalta europea. Da un genio del rinascimento quale è stato Torriani forse prende avvio un nuovo rinascimento per Cremona.

Vorrei però in questa sede sottolineare un aspetto, tra i molti possibili, che mi pare innovativo come espressione di una buona politica. Mi riferisco alla capacità dimostrata da parte degli attuali amministratori di saper svolgere un ruolo di regia tra i soggettivi attivi della città. Impresa privata, competenze di professionisti del pubblico impiego, insegnanti ed alunni delle scuole cittadine, autorità in campo scientifico internazionale sono stati sapientemente motivati e coordinati al fine di realizzare un evento finalizzato a rendere l’intera città consapevole di un patrimonio di cultura non solo passato ma più che mai vivo e vitale.

Solitamente il regista progetta, programma, coordina, spiega affinchè ciascun attore sappia interpretare al meglio il racconto di una storia. Così un buon leader politico opera perché i cittadini possano diventare protagonisti della loro storia. La cultura diviene allora l’espressione di un comune progetto finalizzato a coltivare germogli di umanità attraverso la valorizzazione di ricchezze condivise di cui non sempre si aveva contezza. Cosa è il bene comune se non far sì che ciascuno possa essere soggetto attivo nella costruzione della casa comune quale una citta è?

Mi pare che il sindaco Galimberti abbia dimostrato anche in questo evento di lavorare in questa direzione e di mostrare come la partecipazione , la capacità di mettersi in gioco e di valorizzare le competenze presenti sul territorio siano condizioni per uscire dallo stato di minorità a cui l’imperante qualunquismo relega e quindi di rinascita di una comunità.

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