Cronaca

Referendum costituzionale, dalla segreteria arriva il 'no' al dibattito chiesto da Corada e Bodini

Continua ad ampliarsi la frattura all’interno del Partito Democratico di Cremona, soprattutto per quanto riguarda la questione del Referendum costituzionale. All’interno del partito esiste infatti una corrente che si pone sul versante del no. A questo proposito gli esponenti del Pd che rappresentano questa corrente hanno inviato una lettera alle segreterie provinciali e cittadine, chiedendo la possibilità di un dibattito tra le due parti all’interno della Festa dell’Unità di Cremona, in partenza proprio stasera. Nomi di spicco, quelli che appaiono in calce alla missiva: Gian Carlo Corada, Paolo Bodini, Anna Grimaldi, Gianfranco Berneri, Marco Pezzoni, Michele Arisi, Gigi Rotelli e altri. Da parte di Matteo Piloni e Roberto Galetti, rispettivamente segretario provinciale e cittadino, è arrivato però un no come risposta.

“Convinti che questa nostra proposta abbia diritto di cittadinanza anche a livello locale e non solo a livello nazionale, dove i gruppi dirigenti si sono organizzati in aree di maggioranza e di minoranza; convinti che le posizioni delle minoranze interne al Pd abbiano una loro dignità politica e dunque diritto ad una piena agibilità all’interno del nostro partito e ad una evidenza pubblica, dichiariamo la nostra disponibilità ad indicare il nome di uno dei due relatori” si leggeva nella missiva della minoranza Pd. Una richiesta forte: “Noi non ci sentiamo ospiti nella nostra casa comune che è il Partito Democratico” scrivevano ancora. “Per questo la proposta che avanziamo non è la richiesta di una concessione, ma la riaffermazione responsabile e serena di un diritto di tutti gli iscritti a vedere conosciute e discusse tutte le diverse posizioni interne al Pd”.

Ma se i promotori speravano in una risposta negativa, non sono stati accontentati. Secondo le segreterie cittadina e provinciale, infatti, la Festa dell’Unità non sarebbe il luogo ideale in cui aprire un dibattito su quel tema. “Vi è la necessità di affrontare i prossimi mesi aprendo nel partito un confronto vero e ampio, per affrontare nel merito l’appuntamento referendario e dare a tutti i nostri iscritti ed elettori l’occasione di approfondire e conoscere i contenuti di una riforma molto importante” si legge nella lettera di risposta. “Occasioni che ad oggi sono mancate, così come è mancata una vera occasione per far conoscere all’esterno la posizione ufficiale del nostro partito, anche e soprattutto a Cremona, essendo saltato l’appuntamento di giugno con Guerini. Per questo ritengo importante che la festa di Cremona debba in prima istanza essere l’occasione per far conoscere la posizione del Pd, evitando di creare confusione anche e soprattutto tra i nostri che, soprattutto tra coloro senza i quali la festa non sarebbe organizzata, non apprezzerebbero affatto”.

Insomma, una presa di posizione totale. “L’aver organizzato pochi dibattiti all’interno della Festa puntando solo ad un unico incontro a sostegno della Riforma con il ministro Martina (se ne è aggiunto successivamente un altro fuori programma) e ad altri su temi locali (in totale 6 sere su 11), non va solo nella direzione sopra descritta, ma riguarda anche e soprattutto la necessità di concentrarci sull’esito economico della Festa, per dare respiro al bilancio del nostro partito che, com’è noto, versa in uno stato di delicata sofferenza” concludono Piloni e Galetti.

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