Cultura

Museo Diocesano, ora si pensa all'allestimento: nella prima sala l'angelo trecentesco del Battistero

Sta prendendo forma il futuro Museo Diocesano: dopo aver definito la parte strutturale, ora si sta pensando all’allestimento. Ad esempio nella prima sala sarà posizionato l’angelo trecentesco che si trova attualmente nel Battistero, e le statue di Baldas e Berta di inizio del 12esimo secolo. Due grandi sculture nate per essere viste da tutti i lati e che probabilmente erano in origine parte di un pulpito poi smembrato o elementi di un portale. Quintavalle, rilevando l’altissima qualità esecutiva dei due pezzi, li ritiene dello stretto ambito di Wiligelmo, ma assegnabili ad un autore diverso dal maestro.

Sempre nella sala d’entrata si vorrebbero esporre, togliendole anche per motivi di conservazione dal portale della chiesa di sant’Omobono, le due statue che rappresentano il santo patrono della città, sant’Omobono e sant’Egidio.

La consequenzialità delle opere e il loro percorso espositivo è stato pensato col criterio di presentare l’identità religiosa della diocesi di Cremona. L’allestimento del museo sarà caratterizzato da elementi pregevoli di proprietà della curia cremonese: quadri, statue, oggetti liturgici, corali, qualche arazzo e la grande croce d’argento di san Facio che ora è in cattedrale.Sono un centinaio le opere già autorizzate dalla soprintendenza di Mantova, tra queste poi sarà fatta una cernita.

Si entrerà nel museo dalla porta che c’è sotto il voltone a fianco della curia. L’intervento strutturale prevede la valorizzazione degli ambienti seminterrati, allestiti come spazi espositivi, ma anche la conservazione degli stessi mediante interventi che facciano percepire la ricca architettura del Palazzo Vescovile. L’individuazione del sito è stata determinata da diversi fattori: la vicinanza alla Cattedrale ed al Battistero, sede del Museo delle Pietre Romaniche; la posizione centrale nella città, nei pressi anche del Museo del Violino e del Palazzo Comunale. Dunque la Chiesa cremonese avrà finalmente il suo museo diocesano. Una realtà che non avrà un significato solo culturale, ma anche pastorale: l’annuncio del Vangelo che passa anche attraverso la bellezza dell’arte e l’ingegno dell’uomo.

Silvia Galli

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