Cronaca

Spaccio tra Cremonese, Lodi e Piacentino, scacco a bande di nordafricani

Cocaina che veniva smerciata in grandi quantità tra Cremonese, Lodigiano e Piacentino: la Polizia di Piacenza ha sgominato due bande di spacciatori nord-africani operanti nel centro di Piacenza e nelle zone di campagna delle province limitrofe. IL VIDEO DELLE INTERCETTAZIONI E DEGLI ARRESTI

Cocaina che veniva smerciata in grandi quantità tra Cremonese, Lodigiano e Piacentino: questo il contenuto dell’indagine che ha portato avanti negli scorsi mesi la Polizia di Piacenza, che è poi arrivata a sgominare due bande di spacciatori nord-africani operanti nel centro di Piacenza e nelle zone di campagna delle province limitrofe.

Si tratta di ventuno indagati, dieci misure cautelari e numerosi arresti eseguiti oltre a centinaia le segnalazioni amministrative (ex art. 75 D.P.R. 309/90) in corso d’invio in Prefettura, attuate nell’ambito di un’attività d’investigazione della Sezione Antidroga iniziata a novembre 2015 e terminata ad aprile 2016.

Il primo gruppo, particolarmente strutturato ed organizzato, aveva a capo un cittadino marocchino conosciuto con il soprannome “Melik” (“il re della coca”), attualmente latitante all’estero. La sua squadra era solita smerciare lo stupefacente in zone campestri che si estendono  dai comuni di Mortizza (Piacenza,  a Campremoldo (Piacenza), da Corno Giovine (Lodi) a Zanengo (Cremona).

“Parallelamente al citato gruppo di spacciatori, è emerso un altro gruppo di persone attive nel commercio della coca proprio all’interno della città di Piacenza, nei pressi della stazione, dei giardini pubblici, all’esterno dei bar, degli internet point, dei centri commerciali che forniva persino un  servizio a domicilio o attraverso la consegna itinerante in auto” evidenzia la questura di Piacenza.

I clienti erano di varia estrazione sociale e provenivano da diverse città è stato persino fermato un padre di famiglia che si recava a prelevare la coca con l’inconsapevole figlio minore accanto.

Più di 135mila intercettazioni, oltre 30 utenze monitorate, circa 140persone sentite a sommarie informazioni, varie telecamere nascoste e svariate attività di appostamento, hanno permesso di far emergere un mondo nascosto da quasi 10 anni che ha visto l’ascesa di un nuovo “re” (“Melik”) e la nascita di un nutrito popolo di oltre 300 “schiavi” della “polvere bianca”, con un giro di affari ammontante a circa 5000 euro al giorno, provento di  50/60 occasioni di spaccio quotidiane che avvenivano quotidianamente dalle 11 del mattino fino a tarda sera.

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