Ambiente

Gas a Bordolano, altri lavori al pozzo: i no Triv davanti al Municipio

Presidio dei No Triv a Bordolano, dove torna prepotentemente di scena lo stoccaggio di metano, con l’avvio delle operazioni di ‘work over’ (manutenzione) di uno dei pozzi trivellati nel corso negli ultimi 4 anni, il ‘Bordolano 1dir-A’. La manifestazione avrà luogo sabato 30 luglio, a partire dalle 10,30 davanti al Municipio, organizzata dal coordinamento dei Comitati Ambientalisti della Lombardia, che da sempre lamenta la mancanza di informazione su quanto sta avvenendo nella campagna cremonese. Ezio Corradi, fin dall’inizio animatore della campagna contro le trivelle in una zona delicata dal punto di vista sismico e in assenza di un percorso informativo trasparente verso la popolazione, ha presentato le ragioni del presidio questa mattina a Cremona. “Sarà una manifestazione pacifica, che prenderà spunto anche da quanto successo ieri in consiglio a Bordolano, dove la consigliera Luisa Pea è stata accusata dal sindaco di ripetere da anni le stesse domande con le sue interrogazioni e di diffondere documenti riservati. Primo, non è vero; secondo, è suo diritto – dovere quello di informarsi”. E difatti, le cose sono in continua evoluzione nel paese lungo l’Oglio, dove lo scorso aprile il Ministero dello Sviluppo Economico ha autorizzato la Stogit ad un intervento di “work – over” del pozzo Bordolano 1. Alcuni dettagli di quella che dovrebbe essere una manutenzione, sono contenuti nella relazione tecnica consegnata in Comune e datata 10 maggio, gli stessi giorni in cui veniva chiesto ed ottenuto dai proprietari del terreno (l’Istituto per il sostentamento del clero) il permesso di realizzare una viabilità temporanea alternativa ad uso del cantiere. Tremila mq di terreno in mezzo ai campi tra la strada provinciale 25 e la strada vicinale delle Campagne, che in questo periodo non sarà percorribile, la fine lavori è prevista per febbraio 2017. Quello che mette in allarme i no Triv sono i motivi di questa nuova trivellazione, eseguita in un pozzo già esistente, ma di cui non è chiara la ragione. “A chi e a cosa serve la nuova trivella?” si chiedono gli ambientalisti, chiamando in causa sindaco, Prefetto, azionisti di Stogit e non potendo accedere ad informazioni se non col contagocce. Altri enti territoriali non sono coinvolti; la stessa Provincia, che nel 2009 emise la prima autorizzazione ai pozzi, ora dichiara di non avere competenze su quanto sta accadendo, afferma Corradi. Allarmante, suona in particolare un capoverso della relazione tecnica, quello in cui si fa riferimento alla formazione di una ‘area esplosivi’ nei pressi della perforazione e dei depositi di gas. Inoltre un problema non risolto, sempre a quanto risulta agli ambientalisti, è la rete di monitoraggio della sismicità dell’area, che sarebbe assente mentre dovrebbe essere obbligatoria per legge. “Il sindaco – afferma Corradi – ha detto che Stogit fornirà i dati ad Arpa una volta all’anno. Ne ce ne facciamo niente di questi dati, la sismicità indotta dalle perforazioni è qualcosa che dovrebbe essere comunicato in via continuativa alla popolazione. Siamo sicuri che gli abitanti di Bordolano sappiano esattamente quali rischi corrono?”. Due le fonti normative di riferimento, entrambe del ministero dell’Ambiente ed entrambe relative a siti cremonesi, quello di Sergnano (2012) e quello di Bordolano del 2013, onde evitare che la sismicità registrata entro un raggio di 10 km dal fondo pozzo, superi una Magnitudo Locale di 3.0. Se questo dovesse accedere, durante la gestione dell’impianto e anche successivamente al suo fermo, il gestore dovrebbe provvedere a ripristinare la magnitudo a valori inferiori a 2.0.

g.biagi

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