Cronaca

Dal 1 luglio rette di Cremona Solidale aumentate dello 0,3%: non accadeva da anni

Puntuali, come era stato annunciato mesi fa in commissione comunale, stanno arrivando gli aumenti Istat per i ricoverati in Rsa a Cremona Solidale. La lettera che annuncia il rincaro, firmata del Cda presieduto da Emilio Arcaini, parla di decisione assunta dall’azienda nella seduta del 24 giugno scorso, in accordo con il Comune. L’aumento ha decorrenza dal 1 luglio ed è dello 0,3% portando così la tariffa a 53,20 centesimi al giorno. “Sarà nostro impegno – si legge nella lettera inviata ai famigliari – continuare a garantire un servizio di qualità con un occhio attento ad un utilizzo efficace ed efficiente delle risorse pubbliche e private disponibili”. Erano anni che Cremona Solidale non effettuava adeguamenti Istat; questo si è reso necessario – avevano spiegato i vertici dell’azienda – per adeguare gli introiti alle maggiori spese previste per forniture e previsti aumenti contrattuali dei dipendenti.

Su base annua, un anziano ricoverato al Soldi in Rsa costa circa 19.200 euro, una cifra che ormai sempre meno nuclei famigliari possono permettersi. Il problema delle crescenti povertà e della necessità di ripensare i servizi per gli anziani è evidenziato anche nel recente accordo firmato tra organizzazioni sindacali e Arsac, l’associazione dei gestori delle case di riposo provinciali presieduto da Walter Montini. Il documento riconosce “la funzione di rappresentanza degli interessi generali svolta da CGIL, CISL e UIL e dalle categorie dei pensionati e della Funzione Pubblica. Un ruolo che è dato dal mandato di rappresentanza che le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative ricevono dai lavoratori e dai cittadini che le rendono interlocutori privilegiati in grado di indicare adeguatamente i bisogni e le esigenze della comunità territoriale”. Arsac si impegna ad incontri periodici anche in tema di politica delle rette. I problemi sempre più pressanti su cui le due parti concordano di prestare crescente attenzione sono: cambiamento della tipologia dei residenti e degli ospiti, caratterizzata da un aumento del bisogno sanitario e dall’innalzamento della età anagrafica, che generano un costante incremento dei costi di produzione, in particolare di quelli sanitari, non compiutamente riconosciuti da parte di Regione Lombardia; perdurare della crisi economica che ha prodotto nuove fragilità sciali richiedenti flessibilità ed appropriatezza di risposta in un quadro carente delle necessarie risorse economiche; ricadute sul territorio degli interventi di riordino istituzionale per effetto delle normative nazionali ed in particolar modo regionali a partire dalla ridefinizione territoriale dettata dalla nascita della ATS Valpadana.

g.biagi

 

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