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Sabato la rappresentazione “Io Francesca Ferraboschi” a casa nuziale di Stradivari

Sabato 2 luglio nel cortile della casa nuziale di Antonio Stradivari, al numero 57 di corso Garibaldi, ci sarà la rappresentazione “Io Francesca Ferraboschi”. Appuntamenti alle 17.30, alle 18.30 e alle 19.30. Ideazione e scenari sono curati da Antonia Stradivari, discendente del sommo Maestro, che si calerà nel ruolo della moglie del suo avo, Francesca Ferraboschi. Gli altri interpreti sono Luca Stradivari, nei panni di Antonio Stradivari, e Daniele Ciaccio, che interpreterà il padre domenicano, parroco di S. Agata. Lo spazio consente un accesso limitato di pubblico, per questo la rappresentazione si terrà in tre diversi orari ed è necessaria la prenotazione al numero 0372 30500. L’iniziativa si colloca nel programma di Rigenerazione Urbana 2016.

E’ la stessa Antonia Stradivari, attrice e regista che, tra l’altro, ha fondato Il Teatro Sangiorgio e Il Drago, a descrivere come è nata l’idea di questa rappresentazione: “Cremona ha un solo nome, stampato su magliette, sui nomi di ensemble, associazioni culturali, scuole, festival: Stradivari. Io ho cercato di indagare profondamente nell’affascinante mondo cremonese tra il 1600 e il 1700 e, con sorpresa, ho trovato una figura nuova – come avvenuto nel mio ultimo libro su Sofonisba Anguissola – associata in passato al giovane Antonio in maniera quasi scontata, sulla quale ho creato una recita di mistero e ombre: Francesca Ferraboschi, la prima moglie di Antonio Stradivari. Le nozze affrettate dopo un omicidio, sangue e giovinezza, monaci e lettere, tutto raccontato coinvolgendo il pubblico nella prima casa storica di Antonio Stradivari in corso Garibaldi in questo evento da camera di sogni e oscuri presagi su questo fantasma seicentesco. Una parte molto interessante della recita è la parte finale, ossia il momento nel quale Antonio redige il testamento. Leggendolo, mio figlio Luca si è sorpreso della scissione tra mente e corpo che domina le parole di quel documento. E’ come se Stradivari vedesse la sua dimensione fisica ormai staccata dall’anima, in un modo così terribile e affascinante da creare una forte tensione melodrammatica”.

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