Cultura

Oltre 40mila visitatori alla mostra su Stradivari negli Usa e richiesta dal Messico

“Meglio di così non poteva andare!”, è il commento di Paolo Bodini, presidente dei Friends of Stradivari, al rientro da Phoenix, dove si è conclusa dopo quasi 6 mesi la mostra “Stradivarius: origins and legacy of the greatest violin maker” (Stradivari: origine ed eredità del più grande liutaio”). La rassegna è stata promossa dal Musical Instrument Museum, il maggior museo di strumenti musicali statunitense, in collaborazione con il Museo del Violino e friends of Stradivari.
“Siamo stati letteralmente sommersi da ringraziamenti – osserva Bodini – da parte della dirigenza e di tutto lo staff del MIM, che ha ufficialmente dichiarato che questa mostra ha fatto registrare record di pubblico, ha portato molto movimento in tutto il museo ed ha stabilito nuovi standard per le mostre temporanee al MIM”.

Oltre 40.000 visitatori paganti hanno visitato la preziosa esposizione, apprezzandone sia i contenuti sia la modalità espositiva fortemente multimediale, comunicativa e coinvolgente. Cremona ne è uscita trionfalmente. Nell’ultimo weekend chiamato “Experience Italy and meet Cremona”, inoltre, Paolo Bodini e Virginia Villa hanno tenuto ben quattro incontri parlando di Cremona, dalla sua tradizione liutaria, del progetto culturale del Museo del Violino, dell’acustica straordinaria dell’Auditorium Giovanni Arvedi e dei concerti con i maggiori solisti ed ensemble internazionali. Grande l’interesse del pubblico che ha affollato la sala e, al termine, ha posto domande di ogni tipo su Cremona e la liuteria. In molti, poi, hanno voluto ammirare gli strumenti giunti dal MdV: un violino Andrea Amati, del 1566 circa; realizzato per Carlo IX re di Francia, il Guarneri del Gesù “Principe Doria” 1734 e lo Stradivari “Artôt-Alard” 1728, prestato da un collezionista americano. Grande curiosità hanno destato il violino piccolo di Giovanni Battista Ceruti e quello intarsiato di Simone Fernando Sacconi, interesse per tre strumenti vincitori del concorso Triennale: il violoncello Primo Pistoni, il violino Jan Baptista Špidlen e la viola Ulrike Dederer. Pressoché inediti i reperti stradivariani, hanno catalizzato soprattutto l’attenzione degli addetti ai lavori e acceso l’attesa per il catalogo di prossima pubblicazione.

La delegazione cremonese, che ha poi riportato a casa strumenti e reperti, era composta anche dal curatore, maestro Fausto Cacciatori, e dal responsabile della comunicazione, Alessandro Bardelli, ed è stata raggiunta anche dall’avvocato Roberto Zanchi, membro del CdA del Museo del Violino e Presidente della Banca Cremonese.
“E’ stata davvero una bellissima esperienza –ha commentato Zanchi -. Il museo di Phoenix è veramente magnifico e la nostra mostra era di altissima qualità ed ha dato grande lustro, certamente alla nostra grande tradizione liutaria, ma direi soprattutto alla Città di Cremona”.

Assieme al Direttore del MIM April Salomon ed al vicedirettore Manuel Jordan, la delegazione cremonese ha incontrato il Segretario Esecutivo dello Stato di Puebla (Messico) Jorge Alberto Lozoya, in visita a Phoenix. Lozoya è stato così ben impressionato dalla mostra di Cremona che ha chiesto di poterla portare in Messico in un prossimo futuro in uno splendido nuovo museo che la città di Puebla, la capitale culturale del Messico, ha appena costruito. Lo stesso Lozoya verrà a vistare Cremona nel prossimo ottobre per siglare un accordo che porterà la mostra cremonese in Messico nel 2018. Il prossimo anno (2017) invece è previsto che la mostra faccia tappa a Mosca, presso il Museo Glinka. Un calendario di appuntamenti internazionali così fitto è peraltro testimonianza di quanto sia efficace e di impatto il messaggio della liuteria come ambasciatrice di Cremona nel Mondo.

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