Cronaca

Precari assunti da Comune, tra sette giorni la sentenza d'appello

Non è ancora detta l’ultima parola per gli ex precari stabilizzati e assunti durante il mandato della giunta Perri nonostante il blocco delle assunzioni dovuto allo sforamento del patto di stabilità. Il capitolo si riapre. Dopo l’udienza di primo grado che si era svolta alla corte dei conti della Lombardia, che aveva assolto l’allora sindaco Oreste Perri, la sua Giunta, (ad esclusione di Roberto Nolli, Jane Alquati e Luigi Amore assenti al momento della delibera), il Segretario Generale Pasquale Criscuolo e il Dirigente del Personale in carica Maurilio Segalini, la corte aveva respinto tutte le accuse mosse dalla procura, ma poi era arrivato il ricorso, l’accusa infatti non era soddisfatta della sentenza di assoluzione. Cosi è stata stabilita la nuova data dell’udienza di secondo grado presso la Corte dei Conti sezione giurisdizionale centrale di Roma, che si vsolgerà il prossimo mercoledì 15 giugno. in questa udienza sarà pronunciata la sentenza definitiva. 32 il numero dei precari che aveva beneficiato, dopo il concorso tenutosi nel 2010, dell’assunzione e della regolarizzazione, dal primo gennaio 2011. Il ricorso, di una decina di pagine, ripercorre in sostanza gli stessi capi d’accusa che il procuratore aveva espresso nell’udienza milanese di primo grado e cioè il danno erariale. Se la corte dei conti dovesse pronunciarsi a sfavore , il conto di risarcimento sarebbe salato per gli ex amministratori, che dovrebbero risarcire il comune di 650 mila euro. Intanto in intranet la rete interna del comune sta girando una lettera in cui la rsu chiede il contributo dei dipendneti per fare una colletta per le spese degli ex precari, in tutto 10 , che avevano fatto un intervento in causa a sostegno dell’amministrazione, che si erano costituito nel giudizio di appello. A sostegno della regolarità della procedura, questi dipendenti, supportati dalla Cgil, hanno dato mandato allo studio di avvocati Furfari di Milano di predisporre la difesa. A Milano la posizione sostenuta dagli avvocati dei dieci dipendenti è stata decisiva al fine di far decidere i giudici per l’assoluzione, che naturalmente è valsa per tutti, anche per gli ex precari che non hanno sostenuto la fase difensiva. Se il primo grado era costato 300 euro ad ognuno dei dieci, per la difesa a Roma i costi raddoppiano ed ogni dipendente dovrà pagare circa 600 Euro per la copertura delle spese (sia nel processo che ora per il ricorso, la metà di questo costi è stata coperta dalla Cgil). (Sgal)

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