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Al Museo del Violino fine settimana con un contrabbasso da Olimpiadi

Sabato 4 e domenica 5 giugno il contrabbasso, lo strumento ad arco che generalmente è relegato al ruolo di base armonica dell’orchestra, diventa protagonista assoluto al Museo del Violino, che gli dedica una serie di appuntamenti e iniziative per raccontarne tutti i segreti e farne ascoltare il suono da una prospettiva insolita.

Si comincia sabato 4 alle 11, nella sala 10 del Museo: per il ciclo “Atelier Triennale”, nel quale i maestri liutai cremonesi vincitori del Concorso Triennale illustrano, attraverso la propria esperienza, le diverse fasi di lavorazione e la progettazione stessa degli strumenti, è in programma un incontro di studio con il maestro Marco Nolli (ingresso libero). Nato a Cremona, Nolli, dopo il diploma alla “Scuola Internazionale di Liuteria Antonio Stradivari”, si è perfezionato presso la bottega di Giorgio Scolari, coltivando nello stesso tempo lo studio della tromba e del contrabbasso, per poi aprire la sua bottega in centro città. Per ben due volte, nel 1988 e nel 2012, i suoi contrabbassi hanno ottenuto la medaglia d’oro al Concorso Internazionale Triennale di Cremona, considerato le Olimpiadi della liuteria; attualmente sono esposti, insieme agli altri strumenti vincitori, nella Collezione Permanente di Liuteria Contemporanea del Museo.
Proprio il contrabbasso con il quale Nolli ha vinto il Concorso nel 2012 sarà affidato a Enrico Fagone per il concerto di domenica 5 giugno, alle ore 11, nell’Auditorium Giovanni Arvedi (posto unico 10 euro). Accompagnato al pianoforte da Monica Cattarossi, Fagone si esibirà in un programma che spazia dal barocco al tango.
Apre il concerto la Sonata in la minore di Henry Eccles, caratterizzata da un mimetismo di impronta violinistica, dove stilemi italiani, ascrivibili alla lezione di Corelli, convivono con tratti di gusto francese; segue poi un repertorio virtuosistico del cremasco Giovanni Bottesini, capace di valorizzare con una scrittura brillante il protagonismo dello strumento, fatto ora di bassi assertivi e stentorei, ora di suoni più volubili.

Nelle Variazioni su La Sonnnambula di Vincenzo Bellini, in Revèrie e Tarantella emergono il gusto popolaresco delle invenzioni melodiche e la vistosa ascendenza operistica, mentre la Sonata che nel Novecento Paul Hindemith  dedica al contrabbasso e pianoforte è articolata in tre movimenti: l’atmosfera di facile orecchiabilità dei primi due, in particolare il breve Scherzo, contrasta con quella del Molto Adagio. Nemmeno Astor Piazzolla riesce a resistere al fascino dello strumento: la sua voce suadente sublima l’ispirata Ave Maria, scritta per il film “Enrico IV” di Marco Bellocchio, mentre la meno nota Kicho è un omaggio al musicista argentino Enrique Díaz, detto appunto Kicho, che collaborò a lungo con Piazzolla.

Fra brani tanto diversi, protagonista assoluto è il contrabbasso, con le sue infinite contraddizioni e sfaccettature, pulsioni e cambi di marcia e la sua attitudine naturale a essere sezionato, esploso e ricomposto in una polifonia drammaturgica caleidoscopica, atemporale e modernissima.

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