Cronaca

Folla di fedeli a S. Rita per la benedizione delle rose, alla presenza del vescovo

Foto Sessa

Grande folla nella chiesa di Santa Rita di via Trecchi fin da sabato. La tradizionale benedizione delle rose, la devozione popolare verso la Santa “avvocata dei casi impossibili”e la presenza domenica mattina alle 9 del vescovo Antonio hanno poi contribuito a un incessante pellegrinaggio di cremonesi nella bellissima chiesa di Santa Margherita e Pelagia, culla del manierismo pittorico cremonese, con nelle mani rose di ogni colore.

Alla messa una prolusione del rettore don Pietro Bonometti che ha ricordato la devozione verso Santa Rita da parte dei cremonei con il gesto del porgere le rose che, sono belle e profumate e segno di innamoramento, ma hanno anche spine, nelle famiglia e nella chiesa.

All’omelia il vescovo ha voluto manifestare la sua meraviglia nell’entrare in una chiesa piccola ma uno scrigno di capolavori anche se ha detto che non c’è fretta di scoprire le belle chiese cremonesi, la fretta maggiore deve essere quella di “fare” la Chiesa. Ha poi ricordato che i fiori indicano bellezza anche se la bellezza della vita è il cuore dell’uomo. “Siamo qui per la festa di Santa Rita – ha detto – anche se fare festa ai Santi non vuol dire chiedere favori ma ritrovare sé stessi, la propria fede”.

“L’impegno del cristiano – ha proseguito – è l’amore, termine spesso inflazionato. Dio non è un sentimentalone. L’amore ci deve portare a vincere il male con il bene, spezzare la catena di male che c’è  nel mondo perchè in questo modo il mondo si distrugge”.

Il vescovo Antonio ha poi ricordato la sua visita al campo di sterminio di Auschwitz, dove tornerà in agosto con i giovani in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù. “Lì c’era una macchina di distruzione e di morte e forse c’era anche il diritto di vendicarsi di fronte a tanto odio ed invece si va, si pone un fiore, si prega, si lascia un pensiero. Così si ferma la catena del male”.

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