Cultura

Una preghiera antica di mille anni incanta S.Marcellino (stracolmo)

Un concerto che sembra una celebrazione liturgica. Melodie come ninne nanne, ti cullano, ti danno pace interiore e ti avvicinano a Dio. Sotto la molte monumentale ancona lignea del Bertesi, in San Marcellino per il Festival Monteverdi, sabato sera è sembrato che il tempo si fosse fermato per lo straordinario concerto della “Capella Reial de Catalunya” cantato in latino, catalano e occitano accompagnato da strumenti la cui storia si perde nella notte dei tempi e dove persino le campane si sono integrate con voci e percussioni per far rivivere il canto millenario che si scioglieva davanti alla Morenita, la Madonna Nera di Montserrat che il grande Jordi Savall ha riscoperto e proposto nella chiesa dei Gesuiti di Cremona.

Il “Libre Vermell de Monserrat”, lo straordinario manoscritto che ha riportato a noi le pratiche liturgiche e i canti dell’abbazia benedettina dove anche di notte – senza disturbare – era possibile cantare, suonare e danzare nella ricerca di una esperienza totalizzante d’incontro con la Vergine Nera. La stessa atmosfera di accoglienza, preghiera e pace che coinvolge ma non fa dimenticare i problemi del mondo – come ha ricordato Savall – prima del bis, un canto dei trovatori del 1200 riproponendo questo repertorio sabato sera.

L’intuizione di Savall di porgere a un mondo che corre i brani che accoglievano i pellegrini a Montserrat che salivano fin al santuario, si è rivelata ancora una volta vincente per questo musicista con la sua perenne viola da gamba e ricercatore che ne ha fatto uno dei personaggi mondiali della musica colta. La straordinaria modernità laica del brano medievale Polorum Regina (Regina dei cieli) con il ritornello dolcissimo “Stella  matutina, dele scelera”, Stella del Mattino, cancella tutte le scelleratezze, è stato un regalo eccezionale a Cremona.

A testimoniarlo tutti i posti esauriti nella splendida chiesa dei Gesuiti (con tanta gente che non è potuta entrare) e un pubblico fatto per la maggior parte di stranieri arrivati in città nel nome di Monteverdi che quest’anno il Ponchielli propone con un programma straordinario, in attesa delle celebrazioni solenni del prossimo anno.

(emme)

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