Politica

Scontro sul referendum a sinistra: Arci e Anpi inaugurano comitati del 'no'

Si chiama ‘coordinamento cremonese per la democrazia costituzionale’ ed è appena nato, un paio di giorni fa, per dare del filo da torcere alla cavalcata del Governo Renzi verso il referendum costituzionale d’autunno. Perchè se il capo del Pd e del Governo ha iniziato da qualche settimana la sua campagna referendaria per il sì – subito seguito dal Pd provinciale – c’è una bella fetta di partito che invece dice no. A Cremona si stanno esponendo in questo senso l’Anpi (associazione nazionale partigiani) e l’Arci, le due associazioni presso cui ha sede il nuovo coordinamento. I promotori sono Emanuela Ghinaglia, presidente dell’Arci, Vincenzo Montuori, Marco Pezzoni, Chiara Tomasetti. Tutti nomi più o meno vicini al Partito Democratico, qualcuno anche aderente, di sicuro lontani dalla piega che ha preso il partito di governo. Domani, sabato 21 maggio alle 11,30 a SpazioComune ci sarà la presentazione ufficiale delle ragioni del no e delle iniziative del coordinamento, che si presenta “quale articolazione e riferimento territoriale dell’autorevole organismo promosso a livello nazionale ad iniziativa dei maggiori costituzionalisti italiani e di un ampio schieramento di intellettuali, personalità e soggetti sociali. Per la difesa e la realizzazione dello spirito e della lettera delle prerogative e delle forme, delle garanzie e delle finalità democratiche dettate dalla Costituzione nata dalla Resistenza, di fronte alle crescenti e differenti minacce che rischiano di deformarle fino a stravolgerle, peraltro nell’assenza di una adeguata partecipazione dei cittadini e di una necessaria condivisione di tutte le componenti della società e delle istituzioni del nostro Paese, condizioni indispensabili per riaffermare il patto fondamentale di cittadinanza per il presente e per il futuro”.

Sotto l’egida del Coordinamento, si stanno componendo due distinti Comitati comitati promotori dei referendum: uno per il respingimento delle modifiche alla costituzione e un altro per l’abrogazione di parti della nuova legge elettorale.

Un punto di vista opposto a quello del Pd provinciale che per il 30 maggio ha inviato a Cremona il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini e che invece sostiene il si: “La Riforma Costituzionale – si legge nei volantini del Pd –  punta a rafforzare e semplificare il governo del Paese e interviene solo sulla parte seconda della Costituzione (quella che si occupa dell’ordinamento della Repubblica, cioè dell’organizzazione dei poteri pubblici). La parte prima (che segue i principi fondamentali e contiene il catalogo dei diritti e dei doveri delle persone) non è toccata. Tra gli altri punti di forza: efficacia della decisione col superamento del bicameralismo; estensione delle garanzie, con l’introduzione dello Statuto delle opposizioni; rafforzamento degli Istituti per la partecipazione e la democrazia diretta, rendendo cogenti le leggi di iniziativa popolare, abbassando il quorum del referendum abrogativo, introducendo i referendum propositivi e d’indirizzo; contenimento dei costi della politica e meno sprechi, con la riduzione drastica del numero dei parlamentari (315 parlamentari eletti in meno), il controllo dei conti e dei costi delle Regioni, la semplificazione della filiera istituzionale; riorganizzazione della Repubblica, riportando in capo allo Stato le questioni strategiche, rendendo più chiare le competenze regionali, rafforzando il ruolo delle Regioni con il bilancio in pareggio, superando le Province e concentrando l’azione amministrativa nei Comuni”.

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