Cronaca

Tamoil, nessuno spiraglio di ripresa produttiva

Mentre a Brescia è iniziata ieri una nuova fase della vicenda giudiziaria sul fronte del reato ambientale, a Cremona non si intravvedono spiragli concreti per la reindustrializzazione dell’area su cui sorgeva la raffineria, diventata deposito. Una presenza, quest’ultima, che di fatto consente alla società di non procedere alla bonifica vera e propria dei terreni interni all’area della ex raffineria, in quanto l’attività industriale non è cessata. Anzi, i depositi sono in piena attività, a quanto si riesce a capire, complice anche il ravvivarsi della domanda di prodotti petroliferi a causa dei bassi prezzi di mercato.

Dopo i quattro licenziamenti avvenuti poco meno di un anno fa, la situazione sul fronte lavorativo si è assestata, con qualche decina di addetti all’impianto cremonese, tra tecnici e personale amministrativo. Solo uno dei quattro licenziati ha trovato occupazione, fino alla fine dell’anno, in un’altra azienda chimica del territorio. “La situazione è al momento stabile nel deposito di Cremona”, afferma Marco Arcari, segretario dei Chimici della Cgil. “Il prezzo basso della materia prima, insieme a qualche segnale di ripresa dei consumi, consente di mantenere costanti i ritmi di lavoro nel deposito. Certo è difficile prevedere una ripresa tale che consenta anche solo di avvicinarsi ai numeri di addetti e di autobotti che gravitavano attorno alla raffineria”. Ai rappresentanti dei lavoratori non sono giunti aggiornamenti nemmeno sull’unico progetto di reindustrializzazione di cui il management Tamoil parlava qualche tempo fa, relativo alla produzione di prodotti plastici nell’area ex Bortolotti.

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