Economia

Voltini riconfermato presidente del Consorzio casalasco pomodoro

L’assemblea ordinaria del Consorzio Casalasco del pomodoro, riunitasi nella sede di Rivarolo del Re, ha rinnovato il mandato di presidente a Paolo Voltini, dando quindi un chiaro segnale di continuità.
43 anni, imprenditore agricolo e Presidente del Consorzio Casalasco dal 2002, Voltini ricopre anche le cariche di presidente di Coldiretti Cremona e del Consorzio Agrario di Cremona. Durante l’assemblea, il Direttore Generale Costantino Vaia ha presentato la relazione sul bilancio 2015, soffermandosi poi in particolare sul nuovo piano di sviluppo commerciale e sui nuovi ed importanti investimenti dedicati ai tre stabilimenti del gruppo. La cooperativa agricola è attiva nel settore dal 1977ed oggi conta 370 aziende associate. A seguito della fusione per incorporazione di A.R.P. – Agricoltori Riuniti Piacentini avvenuta ad ottobre 2015, il CCP si posiziona come primo gruppo di produzione e trasformazione di pomodoro da industria in Italia (come terzo gruppo in Europa) e chiude il 2015 con un fatturato di circa 250 milioni di Euro. Il Consorzio nel corso 2015 ha confermato inoltre un ruolo di riferimento in ambito di co-packing nazionale ed internazionale attraverso importanti collaborazioni con multinazionali del food ed evidenziando una continua crescita del proprio brand Pomì sui mercati internazionali, in particolare quello americano. In chiusura di assemblea, il presidente Voltini ha ringraziato tutta la compagine sociale per il supporto continuo dato alla cooperativa in questi ultimi anni.
“La decisione di riaffidare a Voltini la leadership di questa importante realtà – commenta Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia – è simbolo di un mondo cooperativo che funziona, crea lavoro, sviluppa l’economia del territorio e valorizza i prodotti agroalimentari italiani nel mondo”. Il Consorzio Casalasco – spiega Coldiretti Lombardia – è presente, ad esempio, in Germania, Emirati Arabi, Russia e Stati Uniti con i suoi prodotti Pomì, ma lavora anche nel settore del “private label” agroalimentare (i prodotti distribuiti con i marchi di altre catene, ndr).

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