Cronaca

Il procuratore di Martino lascia la toga: 'Deluso da questa magistratura'

“Sono stato rottamato”. Lo ha detto con polemica in una pausa del processo sul calcio scommesse il procuratore Roberto di Martino che a giorni presenterà domanda di pensionamento in seguito al mancato accoglimento delle sue domande di trasferimento.

“Sono stato rottamato”. Lo ha detto con polemica in una pausa del processo sul calcio scommesse il procuratore Roberto di Martino che a giorni presenterà domanda di pensionamento in seguito al mancato accoglimento delle sue domande di trasferimento a Bergamo come procuratore e a Brescia all’Avvocatura generale.

“Sono amareggiato e deluso perché tutto il mio lavoro di questi anni non e’ stato riconosciuto”, si è sfogato il procuratore, che ha aggiunto: “Non c’è più spazio per me in una magistratura dominata dallo strapotere”.

Molte e importanti le indagini di cui si è occupato il procuratore, che il 19 aprile compirà 66 anni. Dalla strage di piazza Loggia al terrorismo islamico, dal caso Cerciello alla ‘Ndrangheta fino al calcio scommesse.

“Mi fa piacere andarmene da una magistratura dove c’è questo strapotere”, ha detto ancora di Martino. “Sarà la fine di ogni mia tutela della corruzione in ambito sportivo. Ciò che mi dispiace di più è il fatto che vada in fumo la mia esperienza nell’ambito del terrorismo, magari la società ne avrebbe avuto bisogno, ma sono contento di andarmene perchè ritengo che non ci sia più spazio per me in questa società dove c’è uno strapotere delle correnti. Se uno non frequenta salotti buoni non può andare avanti. Non è giusto che sacrifichi la mia famiglia per avere risultati di questo genere”.

Il procuratore ha ricordato poi i suoi processi sul terrorismo e sulla ‘Ndrangheta: “Ho fatto condannare 40 persone per associazione di stampo mafioso”. “Forse sono sospinto da un vento di libertà”, ha detto. “Ormai sono diventato trasparente, io che ho sempre mantenuto una posizione di indipendenza”. E ha annunciato che forse scriverà un libro sul calcio.

Il procuratore, che è nato a Bordighera, ha iniziato la sua carriera nel 1976. Dopo essere stato giudice di dibattimento a Brescia, è stato per 11 anni giudice istruttore e per tre anni, sempre a Brescia, ha svolto le funzioni di gip prima di spostarsi in procura.

A Cremona, di Martino si è insediato come procuratore della Repubblica nel dicembre del 2008. Era già conosciuto per aver firmato le indagini sulla cellula islamica nella ex moschea di via Massarotti e per aver sostenuto l’accusa in Corte d’assise d’appello, incassando in Italia le prime condanne per terrorismo internazionale. A Brescia, invece, insieme al collega Francesco Piantoni, è stato il titolare dell’inchiesta sulla strage di piazza della Loggia.

“Non ho alcun rimpianto”, ha detto di Martino. “Ho sempre fatto quello che volevo fare”.

Sara Pizzorni

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