Economia

Latte, Fava: 'Rischio di crisi senza ritorno'. Ennesimo tavolo del latte a Mantova

Il rischio per le stalle, cremonesi e lombarde, si fa sempre più vicino e irreversibile: dal 1º di aprile le aziende di trasformazione minacciano di non ritirare più il latte alle stalle, in quanto vi è un surplus di materia prima. La questione sarà oggetto dell’ennesimo tavolo del latte, in programma per oggi pomeriggio a Mantova. Ma già in mattinata, in Giunta regionale, a Palazzo Lombardia, l’assessore all’Agricoltura, Gianni Fava ha spiegato la situazione, chiedendo che la Regione intervenga. “Nei limiti delle disponibilità del bilancio regionale e in accordo con tutte le parti coinvolte nella filiera, mi riservo di proporre in una prossima seduta di giunta  eventuali ulteriori misure che si ritenessero necessarie al fine di evitare situazioni drammatiche che potrebbero portare a conseguenze non preventivabili tanto sul mercato quanto per le  imprese lombarde”.

Fava, davanti al Governatore Roberto Maroni, ha ripercorso tutte le tappe di una crisi causata da un aumento produttivo conseguente alla fine delle quote latte, con la materia prima che non ha saputo trovare adeguata collocazione sul mercato. Ad aggravare la situazione, anche l’embargo russo e la chiusura di un canale commerciale in grado di assorbire volumi ingenti in chiave comunitaria.

“Nel tentativo di arginare la caduta del prezzo e di regolamentare lo stesso, a fine 2015, il ministero delle Politiche agricole ha concluso un accordo della durata trimestrale con i produttori e il mondo della trasformazione, che garantiva un prezzo di 36 centesimi al litro all’acquisto, cui il ministero aggiungeva 1 centesimo al litro di risorsa pubblica – ha ricordato Fava -. Come era facile prevedere, tale soluzione per certi aspetti ha incrementato la corsa all’aumento delle produzioni”.

Dal 1° aprile, esauriti gli effetti dell’accordo ministeriale, la contrattazione torna “libera” riproponendo tutte le criticità che si erano evidenziate lo scorso anno, che sono rimaste irrisolte, in una situazione di mercato ancora più pesante di quella presente lo scorso anno. Questo pomeriggio a Mantova, alle 17 l’assessore Fava incontrerà per la seconda volta nel giro di una settimana la filiera lattiero casearia, dopo aver incontrato ieri un gruppo di produttori provenienti da Lombardia, Piemonte e Liguria. “Segno inequivocabile che la gestione del problema deve essere territoriale e non centralizzata a Roma – ha ribadito Fava – anche perché finora non mi pare che il ministro Martina abbia mosso un dito per risolvere una situazione molto grave sia sul fronte del prezzo al litro che dei possibili mancati ritiri di materia prima”.

Il rischio è quello di una crisi senza ritorno. Oggi Regione Lombardia analizzerà i dati trasmessi e cercherà di trovare soluzioni condivise tra chi produce latte e chi lo ritira. “L’assessorato all’Agricoltura della Lombardia, che produce il 42% del latte nazionale – ha specificato Fava – si è fatto carico in modo concreto di un problema che, tra prezzi non remunerativi e mancati ritiri, rischia di far entrare il settore lattiero caseario in una crisi senza ritorno, aspetti trascurati non solo a Roma, ma anche da qualche nocivo politico locale”.

L’azione di Regione Lombardia nella collocazione del prodotto a rischio di non ritiro dal 1° aprile non potrà essere diretta, ma di mediazione tra le parti economiche che partecipano al tavolo. “Regione Lombardia agirà direttamente nelle scelte di programmazione delle politiche regionali e comunitarie – ha sostenuto l’assessore Fava – perché i fondi della Programmazione di sviluppo rurale (Psr) 2014-2020 saranno orientati a quei soggetti del mondo della trasformazione che garantiranno la crescita e la tenuta della filiera lattiero casearia lombarda e nazionale”.

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