Cronaca

Ha compiuto 98 anni lo scultore Mario Coppetti, un grande cremonese

Non ce ne vorrà Flaiano, che del sommo poeta Cardarelli arrivato malconcio agli sgoccioli esistenziali diceva “il maggior poeta…morente” se, nella fattispecie del novantottesimo compleanno di Mario Coppetti, diremo “il maggior artista cremonese…vivente” e pimpante.

E già proprio ieri 10 novembre Coppetti, con invidiabile baldanza fisica e, soprattutto, è arrivato ad intravedere il quasi secolo.

Un traguardo (di tappa, s’intende!) che molti sottoscriverebbero per sé, a prescindere, come suggerirebbe Antonio de Curtis.

Se poi sapessero come è messo il festeggiato, sottoscriverebbe doppiamente.

Essere nato nel 1913 significa (lo si dice nel 150° della Patria) averne percorso i due terzi, attraversato due guerre, molti regimi politico-istituzionali, cambiamenti copernicani di culture, mentalità, stili di vita.

Essendo sempre stato un non distratto osservatore e partecipe di questo lungo percorso, Coppetti, soi malgré, costituisce, per l’enorme bagaglio di memoria accumulato, e soprattutto di questi tempi diamo un po’ liquidi, una risorsa da cui attingere.

Non a caso, nel corso dell’anno che sta per finire, Giorgio Mantovani, presidente, tra le tante varie cosa, della Società Filodrammatica Cremonese, ha realizzato, con la collaborazione di Agostino Melega, di Mino Boiocchi e Matteo Sessa, un importante lungometraggio-intervista, in cui gran parte del quasi secolo vengono fissati nella pellicola, si sarebbe detto un tempo.

Il profilo della personalità ne esce scolpito in modo nitido come lui scolpisce o modella le sue opere artistiche.

Tanto sul versante artistico, iniziato praticamente nell’adolescenza e tuttora in corso,che lo accomuna ai maggiori artisti cremonesi Anselmi, Ferraroni, Ruffini, Foglia, Acerbi, Priori(quest’ultimo recentemente scomparso); tanto su quello della testimonianza civile, di cui ha dato prova come docente e cittadino impegnato nella vita comunitaria.

Coppetti, ovviamente, ha ricevuto tanti messaggi di felicitazioni e di augurio. A cominciare dalla (visto che ha vissuto la gioventù a Parigi) dalla camaraderie socialista e dall’associazionismo antifascista e partigiano, di cui resta, senza ombra di dubbio, la testimonianza più adamantina.

Ha molto apprezzato la “sorpresa” preparata dall’ANPI (Associazione Partigiani), di cui è stato, dalla costituzione ad oggi, uno dei più autorevoli dirigenti.

Ieri, quindi, riunione della dirigenza partigiana, ma in versione conviviali.

Un rinfresco, infatti, aspettava, in un locale prossimo alla sede del’ANPI, il festeggiato per bagnare il traguardo.

Attorno a lui, la presidente provinciale Mariella Laudadio, il presidente cittadino Ennio Serventi, il presidente casalasco Pino Rossi, i dirigenti Evelino Abeni, Giuseppe Azzoni, Italo Feraboli, ai quali si sono aggiunti gli auguri telefonici di Balzari, presidente della zona cremasca, e di Kiro Fogliazza. (E.V.)

 

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