Cronaca

Scontri al corteo, resta l'accusa di devastazione: 4 anni per ciascun imputato

Quattro condanne per gli scontri e le devastazioni del corteo antifascista del 24 gennaio scorso. I quattro imputati sono stati condannati ad una pena di quattro anni per il reato di devastazione. Provvisionale di 200.000 euro al Comune.

di Sara Pizzorni

Le forze dell'ordine all'ingresso del tribunale
Le forze dell’ordine all’ingresso del tribunale

Quattro condanne per gli scontri e le devastazioni del corteo antifascista del 24 gennaio scorso. Così ha deciso il giudice Pierpaolo Beluzzi, che ha condannato tutti e quattro gli imputati – Mattia Croce, 21 anni, cremonese, frequentatore del Kavarna, Aioub Babassi, 21 anni, bresciano, Matteo Pascariello, 24 anni, bolognese residente a Lecce, e Mauro Renica, 31 anni, bresciano appartenente al centro sociale Magazzino 47, ad una pena di quattro anni di reclusione per i reati di devastazione, saccheggio e porto abusivo di oggetti atti ad offendere. Tutti sono stati processati con il rito abbreviato. E’ dunque passata la linea del reato più grave di devastazione, e non quella chiesta dalla difesa, che era di danneggiamento aggravato.

Per quanto riguarda i risarcimenti: per il Comune, rappresentato dall’avvocato Cesare Gualazzini, è stata stabilita una provvisionale di 200.000 euro. Le altre parti civili erano due agenzie immobiliari, tra cui “…A Casa Mia” di via Mantova, rappresentata dall’avvocato Marco Soldi. Per la distruzione degli arredi e delle vetrine, l’agenzia di via Mantova riceverà un risarcimento di 2595,98 euro, mentre l’altra, per due mesi costretta a cessare l’attività per i danni subiti, un risarcimento di 2.000 euro.

Il sindaco Galimberti
Il sindaco Galimberti

“C’erano tutti i presupposti per condannare gli imputati al reato di devastazione”, ha commentato l’avvocato Gualazzini. “è stata distrutta un’area di un chilometro. Il Comune doveva reagire, altrimenti sarebbe stata una tacita approvazione di questo disegno organizzato per devastare la città”.

In merito al risarcimento, è intervenuto anche il sindaco di Cremona Gianluca Galimberti, che ha commentato: “Sono state accolte appieno le nostre richieste. Ora attendiamo le motivazioni della sentenza e ne faremo oggetto di attenta valutazione con i nostri avvocati”.

I quattro imputati erano difesi dagli avvocati Marilena Gigliotti, Michele Coccia, Giovanna Mainetti e Francesco Calabro.

L'avvocato Marilena Gigliotti
L’avvocato Gigliotti

Oggi, prima della sentenza, ha parlato l’avvocato Gigliotti, l’ultimo legale che doveva ancora intervenire. “Ho riconosciuto i gravi fatti accaduti e il lavoro certosino degli inquirenti e della procura. E’ stata scritta purtroppo una pagina di cronaca cittadina che mai si sarebbe dovuta scrivere. Legittime, dunque, le aspettative di giustizia, ma sotto il profilo giuridico ho invitato il giudice a limitare i fatti, iscrivendoli alle condotte dei singoli. Ho anche chiesto di derubricare il reato in danneggiamento aggravato e di assolvere il mio cliente dall’accusa di aver portato il bastone direttamente da casa. Il mio assistito quel giorno non era travisato e ha agito sotto l’effetto di suggestione della folla in tumulto”. Il legale ha poi sottolineato il “percorso positivo svolto da Croce”, che nel frattempo ha trovato anche lavoro, evidenziando gli aspetti umani di fragilita’, avendo avuto un’infanzia e un’adolescenza drammatiche. “In dieci mesi di detenzione”, ha aggiunto l’avvocato Gigliotti, “Croce ha promesso di voltare pagina. Il Sert e le relazioni sanitarie del carcere hanno dato atto del percorso positivo”.

Nelle sue repliche, invece, il pm Fabio Saponara ha ancora una volta sottolineato la preordinazione di quella manifestazione, soprattutto facendo riferimento alle posizioni di Renica e Pascariello. Condotte, per l’accusa, riconducibili a chi ha una certa dimestichezza con quegli ambienti.

La manifestazione antifascista era stata promossa dai centri sociali locali come risposta ai fatti che si erano verificati la settimana precedente, quando, durante una rissa avvenuta nei pressi dello stadio al termine della partita Cremonese-Mantova, l’esponente del Dordoni Emilio Visigalli era stato gravemente ferito. Come reazione era stata indetta una manifestazione nazionale antifascista nel corso della quale alcuni gruppi di persone avevano preso d’assalto, con spranghe, picconi e bastoni, le banche che si trovavano nelle immediate vicinanze della sede del movimento di destra, distruggendo vetrine e sportelli bancomat. Un altro gruppo di manifestanti si era diretto verso il comando dei vigili urbani di piazza Libertà, devastandolo.

Croce e Babassi erano stati arrestati il 30 marzo scorso, mentre Pascariello e Renica l’11 giugno. Babassi, Renica e Pascariello sono sottoposti alla misura del divieto di dimora a Cremona, mentre Croce ha ancora l’obbligo di dimora.

La motivazione della sentenza sarà depositata entro 90 giorni.

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