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Accordo A2A-Lgh, ultimo appello degli ambientalisti. 'Sindaco ordini stop inceneritore'

Foto Sessa

Mentre la maggioranza vacilla sull’accordo tra A2A ed Lgh arriva una nuova bordata degli ambientalisti. Con una lettera inviata a tutti i consiglieri comunali, che venerdì 18 dicembre dovranno votare la delibera per l’approvazione dell’offerta vincolante per l’acquisizione di una quota di maggioranza (51%) di Lgh formulata da A2A, le associazioni presentano un ultimo documento sulla vicenda. Il documento degli ambientalisti, denominato ‘Prima che sia troppo tardi’, è stato sottoscritto da AmbienteScienze, Acli, Arci, Amali, Legambiente, Andiamo Oltre, A tutto compost, CreaFuturo, Filiera Corta Solidale, Idse Italia Medici per l’Ambiente, Italia Nostra sez. di Cremona, Salviamo il paesaggio, Wwf.

“Dunque il dado è tratto, dunque vi apprestereste ad approvare senza “se”  e senza “ma” i termini di un Accordo tra A2A e Lgh che altri hanno trattato per conto vostro”attacca provocatoriamente la missiva. Le associazioni ribadiscono la propria contrarietà all’accordo: “crediamo che le istituzioni elettive come il Comune abbiano e debbano avere ancora, anche oggi, una autentica centralità e non essere al traino di logiche tecnocratiche e finanziarie che dimenticano il valore primario dei Beni Comuni” si legge.

Dunque l’ultimo estremo appello va proprio a quei consiglieri che dovranno prendere sulle proprie spalle l’onere di votare. “senza scomodare ‘L’obbedienza non è più una virtù’ di don Lorenzo Milani, vi chiediamo se siete convinti nella vostra coscienza del passaggio che l’Amministrazione comunale di Cremona sta per compiere in vista della scadenza del 21 dicembre 2015. Se siete convinti che i vincoli imposti da altri nel negoziato tra A2A e Lgh siano insuperabili: ci riferiamo in particolare al mantenimento dell’inceneritore di san Rocco fino al 2024.

Come associazioni non abbiamo mai posto “pregiudiziali” al possibile accordo tra A2A e Lgh, ma abbiamo subordinato il giudizio sulla bontà dell’ accordo alla bontà dei contenuti. Vi sembra un buon contenuto quello che scarica in altre mani, ancora più lontane dalle esigenze del nostro territorio, il destino dell’inceneritore di Cremona?   E’ questo il mandato che, come Consiglio comunale di Cremona, avete dato ai negoziatori?

Nel caso riteniate insufficienti le garanzie poste nell’attuale formulazione dell’accordo tra A2A e Lgh per assicurare la decisione di programmare la chiusura dell’inceneritore entro la presente tornata amministrativa, sarebbe doveroso avere un supplemento di negoziato e di tempo. Sarebbe comunque doveroso che, prima del 21 dicembre 2015,  il Consiglio comunale di Cremona rendesse esplicito questo preciso mandato, dimostrando che nella nostra città esiste una ‘democrazia ascendente’ e non solo quella ‘discendente’.

Nel caso invece Sindaco, Giunta e maggioranza consiliare decidano di procedere comunque, rinviando la decisione sull’inceneritore ad un secondo tempo indefinito o, peggio, accettando per la chiusura la data del 2024, deve essere chiaro a tutti che è solo loro la responsabilità di contraddire e smentire di fronte ai cittadini cremonesi un proprio preciso impegno programmatico”.

Nel Documento vengono di nuovo i punti nodali della proposta ambientalista: “1) La programmazione della chiusura dell’inceneritore è condizione indispensabile per avviare nel nostro territorio la realizzazione della ‘fabbrica dei materiali’. 2) La raccolta differenziata spinta ha senso se si completa con l’economia circolare. 3) Più il livello decisionale si allontana dal nostro territorio, più si rafforzano le logiche di sottovalutazione degli aspetti sanitari e ambientali, come dimostra il comportamento di A2A nel caso dell’inceneritore di Brescia, attualmente all’attenzione della Procura di quella città. 4)  Le condizioni migliori per la nostra città si conquistano adesso, prima del 21 dicembre 2015, con la quota di potere contrattuale che ancora ha il Comune di Cremona in Lgh, dopo sarà più difficile se non troppo tardi”.

Infine, le associazioni annunciano la propria partecipazione nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla Procura sull’inceneritore: “abbiamo deciso di inviare alla Procura una nostra Memoria scritta, per sollevare il problema emissione di diossine, sempre poco presente nei rapporti del gestore” sottolineano ancora.

Il documento, del resto, ricostruisce la vicenda dell’inceneritore e mette in guardia sul rischio che, una volta ceduto il 51%, il Comune di Cremona non avrà più alcuna libertà decisionale sull’impianto. Non solo: alla luce delle anomalie sulle misurazioni delle emissioni, “Ci si domanda se non sia il caso che il sindaco di Cremona, in qualità di “Ufficiale Sanitario”, chieda con tempestività e urgenza la fermata dell’impianto in attesa di tutti i chiarimeni necessari, sapendo che la Regione Lombardia è sicuramente in grado di assorbire le 65 mila tonnellate di rifiuti trattati oggi dall’impianto. A questo proposito, si fa notare che mentre l’amministrazione comunale, pur avendo già raggiunto meritevolmente il 70% della RD, rispetto ai 46% al 21/12/2013, la quantità di rifiuti che continua ad essere bruciata non è diminuita e questo significa che la differenza viene conferita, verosimilmente, da altre Regioni”.

IL DOCUMENTO INTEGRALE

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