Ambiente

Emergenza smog, Coldiretti: 'Serve più verde nelle città'

Più verde nelle città contro le polveri sottili. Questa la richiesta di Coldiretti Lombardi a fronte dell’incremento dei valori degli inquinanti nell’aria. In questi giorni, infatti, lo smog sta tenendo sotto scacco tutta la Pianura Padana, anche a causa della permanenza dell’alta pressione che anche nei prossimi giorni continuerà a mantenere condizioni favorevoli all’accumulo degli inquinanti.

“Si stima che già ora il verde pubblico in Lombardia assorba il Pm10 emesso da quasi tre milioni e mezzo di auto e l’anidride carbonica di circa 250 mila motori” spiega la Coldiretti. “Oltre a svolgere funzioni di tipo estetico e psicofisico le aree verdi producono effetti che concorrono, in modo rilevante, all’eliminazione delle polveri e degli inquinanti gassosi, al miglioramento del microclima, attraverso l’ombreggiamento e l’emissione di imponenti volumi di vapore acqueo, alla riduzione dei rumori e alla protezione del suolo. Secondo i dati Istat, la disponibilità pro capite di verde urbano nel capoluogo lombardo è di 16,3 metri quadrati, a Varese è di 15,4, a Lecco e Bergamo di 14,1, a Brescia di 27,2, a Pavia di 37,1, a Cremona di 39,2, a Mantova di 43,5, a Lodi di 48,2, a Monza di 65,6, a Como di 68,8, a Sondrio di 312,5 metri quadrati”.

Di fronte alla problematica dell’inquinamento – continua la Coldiretti – occorre salvaguardare ed incentivare gli spazi verdi nelle città, evitando che si riducano unicamente a una soluzione “tappabuchi” per quelle aree che altrimenti non si saprebbe come utilizzare. Tra le possibili soluzioni antismo c’è il potenziamento delle barriere di alberi. Tiglio selvatico, frassino e biancospino sono alcune delle essenze che offrono la massima assimilazione di anidride carbonica per metro quadrato di foglie. Mentre per le polveri sottili sono particolarmente indicati, oltre ai tigli, anche gli olmi, gli ippocastani e gli aceri”.

“E’ necessario però – continua Coldiretti Lombardia – che la gestione del verde sia affidata a personale specializzato in grado di gestire al meglio sia le varietà da mettere a dimora in parchi e aiuole, sia le operazioni di potatura e manutenzione, proprio per evitare quell’effetto “matita” che molte volte si vede nei filari di alberi cittadini dopo il taglio dei rami”.

“Un lavoro – commenta Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia – che può essere svolto benissimo anche dalle aziende florovivaistiche che sono oltre cinquemila in tutta la regione e che custodiscono un enorme patrimonio di competenza e conoscenza utile per la gestione del verde e per l’inserimento di piante e fiori anche in funzione anti inquinamento”.

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