Canile comunale, convenzione agli sgoccioli
Si avvicina la scadenza del 31 dicembre, termine della convenzione per la gestione del canile. Dal 2005 la struttura di via Casello è stata affidata per dieci anni tramite bando all'Associazione Zoofili cremonesi.
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Si avvicina la scadenza del 31 dicembre, termine della convenzione per la gestione del canile. Dal 2005 la struttura di via Casello è stata affidata per dieci anni tramite bando all’Associazione Zoofili cremonesi. Sostanzioso il contributo annuale da parte del Comune: ogni anno vengono messi a bilancio 153mila euro che si vanno aggiungere ad altri 50mila provenienti dai 43 comuni limitrofi consorziati con il canile cremonese per coprire i costi di gestione della struttura: dall’alimentazione degli animali alle spese veterinarie. Lunga è la storia del canile cremonese, fu l’Enpa più di trent’anni fa a farlo nascere, poi passò in mano all’Associazione Zoofili che lo gestisce praticamente da sempre. Questa associazione, che è un’associazione senza scopo di lucro, si occupa da molti anni della gestione della struttura nel territorio cremonese e della sensibilizzazione della popolazione verso i problemi che sono l’abbandono di animali e il randagismo. L’associazione, grazie ai suoi volontari, e ai dipendenti, si occupa della cura degli animali che sono trovati abbandonati, tentando di salvarli e di farli vivere nel modo migliore possibile, proponendo anche la possibilità di adottarli. Oggi ospita un centinaio di cani, la parte vecchia, quella che accoglieva i gatti è stata alienata dal Comune. È in corso una manifestazione di interesse per cercare di venderla. Un cane costa all’associazione circa dieci euro al giorno.
Un’inchiesta nel 2009 turbò la quiete del canile di Cremona. I Nas sequestrarono la struttura e i gestori furono accusati di uccisione di animali. Per il Tribunale di Cremona Cheti Nin (ex vicepresidente dell’associazione zoofili cremonesi) e due volontarie del canile, Laura Gaiardi e Elena Caccialanza furono ritenute responsabili di maltrattamento e uccisione di cani senza necessità. Per questo furono condannate Cheti Nin a 2 anni e 2 mesi, le due volontarie a 1 anno e 3 mesi ciascuna, (per entrambe pena sospesa). Assolta la veterinaria dell’Asl Michela Butturini. (Sgal)