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Lgh/A2A, il monito di Valotti: 'Per voi non c'è posto su mercato. Senza di noi rischiate grosso'

Si sono finalmente messe le carte in tavola sulla ipotesi di partnership tra A2A e Lgh, durante l'ufficio di presidenza con funzione di commissione svoltasi in Comune a Cremona alla presenza dei vertici di A2A, il presidente Giovanni Valotti e l'amministratore delegato, Luca Valerio Camerano.

di Laura Bosio

Si sono finalmente messe le carte in tavola sulla ipotesi di partnership tra A2A e Lgh, durante l’ufficio di presidenza con funzione di commissione svoltasi nel tardo pomeriggio in Comune a Cremona e durata oltre tre ore, alla presenza dei vertici di A2A, il presidente Giovanni Valotti e l’amministratore delegato, Luca Valerio Camerano. Sono stati proprio costoro a chiarire, senza peli sulla lingua, quella che per la multiutility del nord Lombardia è la situazione oggi: un mercato in cui le piccole utility sono destinate a soccombere sotto i colpi della concorrenza dei grandi gruppi. Un mercato in cui, quindi, per un gruppo come Lgh, con tutte le sue difficoltà finanziarie, non c’è più posto, se non accompagnato da qualcuno di più forte.

Chiara la presa di posizione del sindaco Gianluca Galimberti a favore della fusione, che ha ribadito quanto aveva già dichiarato in Consiglio comunale: “Dentro lo sviluppo dell’analisi della situazione di Lgh abbiamo creduto sempre di più in quella che riteniamo una operazione industriale importante tra Lgh e A2a” ha detto. “Crediamo alla valorizzazione di un progetto nei territori, che ne valorizzi i patrimoni. Ma vogliamo anche puntare ad un rafforzamento industriale e di capitale”.

Camerano ha evidenziato le sfide fondamentali per i prossimi anni: “La competizione crescente, il rilancio degli investimenti, la presenza sul territorio”. Un territorio che, per l’ad di A2A, “attualmente si trova in grande difficoltà”. Per lui “l’unione di queste due società garantirebbe una capillarità sul territorio lombardo, con una forte continuità geografica: Lgh rappresenta il sud della Regione e A2A la parte a nord”. I vertici della utility hanno voluto ribadire che ‘operazione prevede una partnership e non una acquisizione o fusione. E su questo punto notevole è stato il dibattito sollevato dai consiglieri: a stabilire che si tratti di una vendita o di una partnership è una linea davvero sottilissima, che è ben difficile definire.

“I pilastri dell’operazione sono molteplici: mantenimento dell’identità delle due imprese; miglioramento degli standard di qualità dei livelli di efficienza; salvaguardia dei livelli occupazionali; valorizzazione del marchio locale; valorizzazione degli investimenti sul territorio. Anche i vantaggi sono molteplici: il miglioramento delle offerte commerciali, la razionalizzazione delle attività di acquisto, la razionalizzazione del piano degli investimenti, l’ottimizzazione dei flussi di smaltimento, la condivisione di ricerca e sviluppo”.

“Quello che non si è capito ancora nei territori è che ormai un’epoca è finita” ha aggiunto Valotti. “Queste aziende nei prossimi anni non potranno più beneficiare del monopolio che avevano. I margini di A2A si stanno assottigliando e quelli di Lgh pure. Ieri ero dal ministro per parlare della nuova normativa: da parte del Governo c’è un indirizzo pesantissimo su queste tematiche, che dice basta monopoli e che impone la riduzione delle aziende”.

Valotti ha confrontato senza pietà la situazione economico-finanziaria di A2A con quella di Lgh, smembrando pezzo dopo pezzo la partecipata della bassa lombardia. “A2A sta andando bene perché ha dimensioni tali da poter garantire investimenti, capacità finanziaria, competitività sulle gare. Perché abbiamo i numeri per fare bene. I dati Lgh dell’anno scorso, invece, sono peggiori di quelli dell’anno prima e allo stesso modo quest’anno saranno peggiori dello scorso. Ciò dipende dal mercato che è cambiato. I comuni non possono più permettersi il lusso di mantenere imprese non competitive e che perdono valore”. Un monito neppure troppo velato per gli azionisti di Lgh: se non fate la fusione, rischiate grosso. Come dire che “senza di noi non ve la caverete mai”.

Valotti ha chiarito poi che A2A non vuole acquistare Lgh ma realizzare con essa “una partnership industriale, studiano un progetto di integrazione che massimizzi i risultati per le due aziende. Il nostro obiettivo è che anche Lgh aumenti fatturato, margine operativo lordo e dividendi. La Governance che abbiamo proposto testimonia questa volontà. Il 51% non è il fine, è il mezzo per realizzare il Piano industriale. Così A2A consolida nel suo bilancio i risultati di Lgh e l’utile di quest’ultima diventa un pezzo del bilancio consolidato di A2A; lo stesso però varrebbe se ci fosse una perdita. Non abbiamo intenzione di mettere in un bilancio sano un germe un po’ malaticcio, ma crediamo che con buone medicine l’azienda ripartirà e ritornerà a crescere”.

Il presidente mette sul piatto le proprie carte: “Per noi questa operazione rappresenta una ulteriore opportunità di sviluppo industriale, ma è qualcosa di cui possiamo fare a meno. Per Lgh invece il fallimento dell’operazione potrebbe portare grosse difficoltà”.

Anche il prezzo con cui è stata valutata Lgh, e che molti hanno contestato, è stato oggetto di analisi in sede di commissione. “Esso è stato valutato da esperti qualificati” ha detto Valotti, che rilancia: per lui Lgh è stata addirittura sopravvalutata. “La cifra di 250 milioni era stata calcolata lo scorso anno da Axteria, che aveva fatto una pre-analisi valutando il consuntivo di Lgh del 2014, con un margine operativo lordo di 95 milioni. Però poi guardando i risultati di quest’anno il margine operativo lordo è di 20 milioni in meno e quindi il valore reale sarebbe stato 190 milioni. Abbiamo deciso di metterci più di quanto vale perché riteniamo che per noi Lgh sia un partner ideale e siamo convinti che aumenterà di valore, per cui ci guadagneremo nel tempo”.

Un monito va anche a Rovato, che con il suo “no” ha messo in discussione l’intera operazione. “Se si dovrà andare a gara il prossimo anno, A2A tecnicamente non potrà partecipare al prezzo che offriamo oggi. E soprattutto non è detto che arrivino altre società quotate a fare offerte”.

Dura è stata la reazione dell’opposizione. Ma la domanda che la maggior parte dei consiglieri si è fatta riguardava l’inceneritore: che ne sarà dell’impianto? se lo sono chiesti Lucia Lanfredi (M5S), Federico Fasani (Ncd), Ferruccio Giovetti e diversi altri. Ma dall’azienda non è arrivata una risposta chiara: “Non è una decisione che spetta a noi” hanno deetto i vertici A2A. “Bisognerà sedersi con i partner e decidere in modo congiunto come procedere. Certo è che dove ci sono asset di questo tipo dovremo fare dei discorsi di tipo economico”. Insomma, una risposta che è rimasta in sospeso.

GLI INTERVENTI

Marcello Ventura (Fratelli d’Italia): “Quello che ho sentito è la tentata vendita di un bellissimo prodotto. Purtroppo non è così, ci sono ancora molte domande a cui rispondere. Il prezzo è stato fissato con un sistema troppo variabile. Inoltre con la ripartizione della Governance ipotizzata, Lgh ha solo un potere di rappresentanza” Insomma, per Ventura Cremona finirebbe con il perderci. “Per i cremonesi dietro questa offerta ci sono cose non chiare”.

Federico Fasani (Ncd): “E’ inutile che si continui a ripetere che è una partnership e non una vendita, visto che nelle slide presentate dall’amministratore delegato si leggeva chiaramente che A2A acquista la maggioranza di Lgh. Si è parlato di acquisto più volte. E non dico sia un fatto negativo. Finalmente ho sentito parlare in modo tecnico dell’operazione. Ritengo positivo che A2A abbia visto in Lgh una possibilità di sviluppo industriale. La percezione che ho come consigliere è che l’operazione sia stata gestita male a casa nostra, con un approccio ideologico. E la mia riflessione non è farina del mio sacco: pochi giorni fa a Cemona1 persino il sottosegretario Pizzetti ha dichiarato che questa parte dell’operazione è stata condotta con una carenza”.

Ferruccio Giovetti (Forza Italia): “Sono mesi che se ne sta parlando ma si è arrivati solo ora a una spiegazione chiara della situazione. Non c’è mai stata chiarezza. Poi c’è la questione inceneritore: si dica chiaramente quale sarà il futuro dell’impianto. Nella campagna elettorale il sindaco si era impegnato a spegnerlo nel 2018, ora l’ipotesi di chiusura è slittata al 2024. Ma A2A cosa vuole fare in proposito?”

RobertoPoli (Pd): “Credo che oggi sia emersa con forza la consapevolezza che non è possibile pensare di rimanere fermi alla situazione attuale. Delle perplessità rispetto alle aggregazioni del resto vi furono anche quando si avviò l’operazione Lgh. Le stesse perplessità che escono ora: c’è il timore comprensibile di perdere, come territorio, la capacità di governo. Ma la consapevolezza che serva comunque agire è abbastanza condivisa”.

Maria Vittoria Ceraso (Obiettivo Cremona): “Le mie preoccupazioni sono legate al tema della governance, proprio partendo da quanto accaduto con l’ingresso di Aem in Lgh. Se abbiamo tutte queste difficoltà nei rapporti con Lgh, in cui abbiamo il 31%, mi chiedo che difficoltà avremo a interloquire con una società così grossa in cui conteremo uno zero virgola”.

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