Cronaca

Il pasto da casa per venire incontro alle esigenze delle famiglie, M5S raccoglie firme

Il Movimento 5 Stelle di Cremona organizza una raccolta firme per l'introduzione del pasto portato da casa in tutte le scuole pubbliche di ogni ordine e grado in alternativa al pasto offerto dal servizio di ristorazione scolastico.

Il Movimento 5 Stelle di Cremona organizza una raccolta firme per l’introduzione del pasto portato da casa in tutte le scuole pubbliche di ogni ordine e grado in alternativa al pasto offerto dal servizio di ristorazione scolastico. Il banchetto sarà presente sabato 14 novembre, dalle ore 9:30 alle 12:30, in corso Campi 17, all’altezza dell’ex Farmacia Centrale.
“Non esiste alcuna normativa e/o direttiva regionale, nazionale o europea che vieti il consumo dei pasti portati da casa all’interno degli edifici scolastici”, si legge nella nota del Movimento. “Esiste, invece, l’art. 32 della Costituzione che garantisce il diritto a ‘scelte alimentari autonome’. L’Asl, quindi, non può vietare la consumazione del pasto portato da casa, ma deve limitarsi a suggerire gli alimenti consigliati o sconsigliati, oltre alle procedure per il loro mantenimento.
L’unico divieto riguarda l’introduzione di alimenti esterni nei locali dove vengono erogati i pasti preparati dalle società di ristorazione, che così si tutelano da eventuali ‘contaminazioni’, ma i locali della mensa sono di proprietà della scuola, che può predisporre spazi separati per i pasti erogati dalle società di ristorazione ed altri per i pasti portati da casa.
In alcune scuole della Lombardia l’alternativa del pasto da casa è presente già da qualche anno e in tutti i Paesi europei c’è sempre stata. Con il pasto portato da casa si potrebbe evitare l’uscita dei bambini da scuola per il pranzo, un fenomeno in aumento a causa dell’alto costo delle mense e del menu fisso, evitando un disagio ai bambini e alle loro famiglie.
Il costo del pasto da casa sarebbe minimo, al contrario dell’alto costo del pasto della mensa privata, che incide pesantemente sul bilancio familiare e spesso è causa di debito sia con le società di ristorazione che con l’Amministrazione comunale. Verrebbe risolto anche il problema delle diete etico-religiose, andando incontro alle esigenze e alle richieste di molte famiglie, concorrendo a migliorare la qualità della loro vita”.

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