Cronaca

Ricattò l'edicolante per aver fatto sesso con il nipote, estorsione: 3 anni e 4 mesi a zio marocchino

Il 46enne marocchino finito in carcere per estorsione ai danni dell’edicolante di Stagno Lombardo è stato condannato a tre anni, quattro mesi e 1.200 euro di multa. Nella sentenza, il giudice ha considerato l’attenuante del danno risarcito. Sulla posizione dell'edicolante, invece, la procura vaglierà i fatti.

L'imputato accompagnato in aula dai carabinieri

di Sara Pizzorni

L'avvocato Carlo Alquati
L’avvocato Carlo Alquati

Processato con il rito abbreviato, Abdelkhalek Benjaafar, il 46enne marocchino residente ad Annicco finito in carcere per estorsione ai danni dell’edicolante di Stagno Lombardo, è stato condannato ad una pena di tre anni, quattro mesi e 1.200 euro di multa. Nella sentenza, il giudice Maria Stella Leone ha considerato l’attenuante del danno risarcito. I 300 euro che erano stati estorti, infatti, sono stati restituiti alla parte offesa, rappresentata dall’avvocato Carlo Alquati che a processo non si è costituito parte civile. L’imputato, invece, era difeso dall’avvocato di fiducia Alfonso Marra, del foro di Bologna. “C’era la volontà di risarcire da parte della famiglia dell’imputato una persona su cui c’è qualche ombra”, ha detto il legale della difesa.

Sabato scorso il 46enne marocchino, che alle spalle ha una condanna definitiva emessa a Bologna di un anno e quattro mesi per tentata violenza sessuale di gruppo, aveva ricattato l’edicolante, un 60enne che quello stesso giorno aveva avuto un rapporto sessuale con un ragazzino di 16 anni, nipote del marocchino. Il minore si era presentato in edicola per vendere delle scope, ma il negoziante aveva rifiutato. Lo stesso 16enne si era poi presentato a casa dell’edicolante al quale si era offerto sessualmente senza chiedere denaro in cambio, secondo la denuncia sporta dallo stesso negoziante presso i carabinieri di San Daniele Po. “Il mio cliente è una persona mite e sotto certi aspetti indifesa”, ha spiegato l’avvocato Alquati, “lui non ha mai né proposto, né dato alcuna somma di denaro”.

Una volta consumato il rapporto, il ragazzino era tornato a casa e aveva raccontato tutto allo zio, che si era poi presentato in edicola, pretendendo soldi. La vittima aveva consegnato al marocchino 300 euro, ma l’uomo aveva chiesto di più: ‘se non mi dai 1.500 euro, ti ammazzo’. Il negoziante, spaventato, aveva preso tempo, dicendo al marocchino che gli avrebbe consegnato il denaro, ma che avrebbe dovuto aspettare fino a lunedì. Nel frattempo l’edicolante si è rivolto ai carabinieri che hanno preparato una ‘trappola’ per il marocchino. Lunedì l’edicolante si è recato in banca per ritirare il denaro per poi consegnarlo al 46enne. Al momento della consegna, però, c’erano anche i militari che hanno arrestato il marocchino per estorsione.

Nella sua arringa, l’avvocato Marra ha puntato sull’avvenuto risarcimento e sulle condizioni di salute dell’imputato, che secondo il legale soffrirebbe di un “disagio della personalità”. “Bisogna capire”, ha proseguito la difesa, “se la vicenda abbia scatenato la furia del mio cliente per la condotta del nipote e dell’edicolante. Certo, è strano che un signore anziano abbia avuto un rapporto gratuito con un minore. Da parte del mio cliente forse c’è stato un desiderio di farsi giustizia, ma ha adottato un comportamento sbagliato, e cioè quello di volere dei soldi”. Su questi presupposti, il legale ha chiesto la derubricazione del reato in esercizio arbitrario delle proprie ragioni, o quanto meno in tentata estorsione, ma il giudice ha deciso per l’originaria accusa di estorsione con la condanna dell’imputato a tre anni e quattro mesi. Il giudice si è invece riservato di decidere sulla misura cautelare.

Per quanto riguarda invece la posizione dell’edicolante, ora la procura vaglierà tutti i fatti per verificare se possano o meno sussistere eventuali profili di responsabilità.

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