Smantellamento linea filobus, l'assessore Manfredini risponde all'attacco di Cesmot
Mentre a Cremona sta terminando lo smantellamento delle vecchie linee della filovia, in tutta Europa le altre città tornano ad investire sul filobus. A denunciare la situazione cremonese è il CeSMoT (Centro Studi sulla Mobilità e i Trasporti).
Mentre a Cremona sta terminando lo smantellamento delle vecchie linee della filovia, in tutta Europa le altre città tornano ad investire sul filobus. E’ il caso ad esempio di Verona, dove l’amministrazione comunale sta investendo proprio in questa forma di trasporto pubblico, per soppiantare il vecchio autobus. Stessa cosa vale per Bologna, che già sta facendo realizzare i nuovi filobus, in quali già dai primi mesi del 2016 saranno in circolazione. O ancora come Pescara, dove sono in corso i lavori per il completamento della filovia.
A denunciare la situazione cremonese è il CeSMoT (Centro Studi sulla Mobilità e i Trasporti). “Mentre altre città italiane investono seriamente su un trasporto pubblico ecosostenibile implementando tram e filobus, la città di Cremona continua ad essere purtroppo in netta controtendenza” evidenzia il presidente Omar Cugini. “Apprendiamo infatti dai giornali che l’attuale giunta comunale ha deciso lo smantellamento della filovia, sospesa cervelloticamente all’esercizio sin dal 2002 per dar spazio in centro ad un’isola pedonale ‘blindata’ a tutto ciò che non fossero pedoni”.
Questa sarebbe una scelta anacronistica, secondo l’associazione. “Invece di dare un netto segno di discontinuità con il passato, investendo per il ritorno di uno dei mezzi ecologici per eccellenza, si sceglie ancora una volta di lasciare il passo a traffico ed inquinamento” continua Cugini. “Il tutto con il plauso della stampa che, riciclando un triste slogan coniato a Roma negli anni ’70 da ecologisti che lo erano solo di nome, parla di ‘operazione cieli puliti’ come se fosse il bifilare filoviario ad ‘deturpare lo skyline’ mentre invece automobili camion ed autobus, con le loro emissioni no”.
“Come CeSMoT – Centro Studi sulla Mobilità e i Trasporti, desideriamo ‘umilmente’ suggerire al Sindaco Galimberti ed alla sua ‘antiecologica’ giunta un istruttivo viaggio in altre città italiane più evolute, dove si è scelto di continuare ad investire su un TPL ecosostenibile” continua Cugini. “Basti pensare ad esempio alla vicina Milano, o, in tema di filovie, a Bologna, una delle città ecologiche per eccellenza, che con un massiccio piano di investimenti sta ponendo le basi per uno sviluppo della sua rete filoviaria. Parlando con i suoi omologhi colleghi forse l’illustre primo cittadino ed i suoi collaboratori potrebbero finalmente aprire gli occhi e rendersi conto del grosso errore che stanno commettendo. E fermare l’inutile smantellamento ed il relativo spreco di soldi. Desideriamo ricordare infine che la città di Cremona e la sua azienda di trasporto si sono distinte per aver buttato, dopo neanche 10 anni di servizio due nuovissimi filobus acquistati con fondi regionali e che sebbene la filovia inattiva dal 2002, si erano mantenute in essere tutte le servitù per l’ancoraggio del bifilare filoviario e, con costi sostenuti sarebbe stato possibile riattivare il tutto. Ora, con la scellerata e assurda decisione, si mette davvero la parola fine ad una gloriosa storia ecologica iniziata nel 1940. Con buona pace dei cremonesi che ora potranno godersi il loro ‘bel’ cielo e respirare a pieni polmoni i gas di scarico”.
AGGIORNAMENTO – Non ha tardato la risposta dell’assessore Alessia Manfredini. “La città di Cremona, nel 2002, ha deciso di non investire più sui filobus per diverse ragioni, tra queste la rigidità del percorso, gli elevati costi di manutenzione e gli investimenti corposi che si sarebbero dovuti sostenere per le modifiche delle linee in base al riassetto viabilistico cittadino. Negli anni a seguire le diverse amministrazioni hanno scelto di smantellare progressivamente la rete e di non inserire in alcun capitolato delle due ultime gare (anno 2004, anno 2012) per l’aggiudicazione del servizio del trasporto pubblico l’opzione di utilizzo dei filobus.
Ripristinare completamente ora i cavi aerei comporterebbe un investimento di risorse non sostenibile, al quale si andrebbero ad aggiungere i costi per l’acquisto di nuovi mezzi e la modifica del contratto di servizio esistente che lega fino al 2020 il Comune di Cremona a Km S.p.A., l’azienda che gestisce il trasporto pubblico locale. Significherebbe inoltre rinunciare al rinnovo del parco mezzi del trasporto urbano che, ad oggi, ha un’età media di 7 anni (attualmente il 27% della flotta è a metano, il 19% della flotta EEV o euro VI) e abbandonare il concetto di flessibilità dei percorsi delle linee che collegano per esempio il centro storico con i quartieri.
In questi mesi, in accordo con Aem S.p.A., si è valutato di rimuovere i tratti finali dei cavi aerei della linea dei filobus, in particolare quelli ancora presenti nel centro storico all’interno di un percorso di riqualificazione urbana. Una scelta che, alla luce di quanto sopra spiegato, è obbligata. Diversamente da quanto emerge dal vostro comunicato, l’impegno di questa Amministrazione sulle tematiche ambientali è molto forte. Segnalo, ad esempio, che nel nuovo Piano della sosta e della mobilità del centro storico, approvato lo scorso mese di luglio in Consiglio Comunale, è presente l’indirizzo di migliorare il trasporto pubblico ricorrendo a mezzi più ecologici e di dimensioni ridotte, adatti a circolare in una città come Cremona il cui centro ha mantenuto una conformazione che risale al Medioevo. Stiamo infatti lavorando nella direzione di una mobilità sempre più sostenibile.
Vi invitiamo pertanto a visitare la nostra città così da poter valutare di persona la mobilità del centro storico e il trasporto pubblico esistente con i mezzi a metano che transitano nel centro storico. Avrete così modo di apprezzare non solo corso Campi pedonale ma anche altre zone della città, come corso Mazzini e largo Boccacino, che questa Giunta ha reso pedonali”.
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