Cronaca

Manifestazione e scontri immigrati Le immagini di viale Trento e Trieste

video di Francesco Sessa

Pochi, ma forti momenti di tensione alla manifestazione estemporanea dei richiedenti asilo, lunedì mattina in viale Trento e Trieste. Arrivati all’altezza di Piazza Libertà, il gruppo di ospiti della Casa dell’Accoglienza è stato fermato dai poliziotti in borghese che presidiavano la zona, per evitare che il corteo proseguisse. La manifestazione è scaturita dal fatto che diversi migranti si sono visti rifiutare la richiesta di status di rifugiato (nelle varie forme in cui viene rilasciato dalla commissione preposta). Nel giro di un’ora, tra le 9 e le 10 di questa mattina, i disordini sono esplosi e rientrati.

VIOLa rosita - dentro
L’assessore Rosita Viola

“Questa situazione di attesa è pesante da gestire per tutti”, commenta Rosita Viola, assessore alla Trasparenza e alla Vivibilità Sociale, che in mattinata aveva seguito l’evolversi della situazione. “E’ difficile spiegare e far capire le procedure, ad esempio che occorrono 15 – 16 mesi prima di avere un appuntamento (per la Commissione, ndr) e poi magari arriva una risposta negativa ad una qualche forma di protezione”.
La lentezza ‘storica’ dell’ Italia nel rilascio dei documenti sembra un problema parzialmente superato: “L’Italia non ha mai varato una legge organica sul diritto d’asilo. Storicamente, fino alla legge Bossi Fini i tempi sono stati lunghissimi, tant’è che esisteva una sola commissione che esaminava le domande, per tutto il territorio nazionale. Poi lentamente il lavoro ha iniziato a snellirsi, ma contestualmente sono aumentate le richieste”. Il Comune da parte sua qualcosa sta facendo quello che può per impiegare i migranti in attesa di conoscere il loro destino, ad esempio impiegandoli in forme di volontariato come dimostra la convenzione siglata proprio questa mattina in comune (leggi qui). Ma si tratta sempre di gocce in un mare. Circa 300 le persone che occupano più o meno stabilmente la struttura diocesana di via Stenico. E tanto per complicare le cose, la  normativa nazionale sta cambiando ulteriormente. “Dispiace – conclude la Viola – vedere che si arrivi a questi momenti di esasperazione, per fortuna rientrati. Ci sono ben altre forme per fare emergere questa problematica che peraltro investe molti centri d’accoglienza d’Italia, ad esempio la marcia a piedi scalzi che si è svolta anche a Cremona a settembre, che forse però non ha avuto tanta risonanza come i disordini di stamattina”.

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