Agromafie, sette beni confiscati alla mafia in territorio cremonese
Sono sette i beni confiscati alla mafia in territorio cremonese negli ultimi anni (dato aggiornato al 2012). Questo il dato che emerge da un’analisi della Coldiretti Lombardia su dati Anbsc. In tutto in Lombardia sono 286 le aziende confiscate, al 30 settembre 2015, a cui si aggiungono ai 1.266 immobili sottratti alla criminalità organizzata nella nostra Regione per un totale di 1.552, con un incremento di oltre il 30% rispetto al 2012.
“Non possiamo fare finta di niente rispetto a questo problema e la strategia di Coldiretti pone al centro la legalità e la difesa del vero agrolimentare Made in Italy – ha spiegato Ettore Prandini, presidente di Coldiretti Lombardia –. L’Osservatorio Agromafie va in questa direzione e ancora una volta ringraziamo il procuratore Caselli per aver accettato di presiederlo. La criminalità organizzata è un fenomeno che va combattuto a tutti i livelli”.
Fra il primo agosto 2014 e il 31 luglio 2015, lo Stato ha sequestrato alla mafia beni per 123 milioni di euro in Lombardia, che nell’ultimo anno è stata la prima regione del Nord Italia per proprietà sequestrate alla criminalità organizzata e la quinta a livello nazionale dopo Campania, Sicilia, Calabria e Puglia.
Intanto vola il business dell’agromafia che con un aumento del 10 per cento in un anno ha raggiunto in Italia i 15,4 miliardi di euro nel 2014. E’ quanto emerge dal terzo Rapporto Agromafie elaborato da Coldiretti, Eurispes, e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare. “Il fatto che la criminalità organizzata tenti di infiltrarsi anche nel settore agroalimentare – spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia – è la prova del grande valore di questo comparto e ci deve spronare a una sempre maggior tutela di quelle realtà sane che devono affrontare la concorrenza sleale generata dalle dinamiche mafiose”.
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