Politica

Pd su Cr Solidale: 'Testimonianza Azzolini utilizzata solo per i fini della minoranza' Giovetti: 'Il sindaco si scusi'

AGGIORNAMENTO – Richiesta di revoca dell’incarico di presidente per Emilio Arcaini, a capo di Cremona Solidale e scuse formali a Lidia Azzolini, per la frase che le è stata rivolta durante l’ultima commissione vigilanza. E’ quanto chiede il capogruppo di Forza Italia Ferruccio Giovetti in una mozione a carattere di urgenza fatta all’indomani della discussione sulla procedura seguita dal Cda di Cremona Solidale per l’individuazione di un nuovo direttore generale. La frase incriminata è quella del presidente Arcaini, che si rivolgeva ai membri di minoranza dicendo che avevano “beatificato” la signora Azzolini.  Arcaini era intervenuto quasi alla fine di un dibattito di  quattro ore nel quale la minoranza aveva accusato lui e l’intero Cda di pressapochismo nella gestione del bando. Prendendo la parola, Arcaini aveva fatto riferimento al precedente intervento di Lidia Azzolini, invitata a parlare dal presidente di commissione Ventura. Azzolini è presidente del Comitato benefattori dell’ex Soldi e in parola di donare un’ulteriore importante parte del suo cospicuo patrimonio all’azienda comunale. 90 anni, grinta da vendere, aveva detto con commozione di essere molto legata al Soldi e di aver stima dell’attuale direttore generale Angelo Gipponi, con il quale si è anche confrontata su possibili interventi futuri ad ulteriore miglioramento delle strutture gestite dall’azienda, in particolare quella di via XI febbraio. Tutti i ‘cavilli’ sorti attorno alla sostituzione di Gipponi – sostiene Azzolini – adesso le stanno facendo riconsiderare le volontà testamentarie.

Tornando alla mozione di Giovetti, il consigliere ritiene “inopportune, sgradevoli e al limite dell’oltrepassare il buon gusto” le parole di Arcaini, “che coinvolgevano una Signora che per ammissione della Stessa è ormai novantenne e che è quindi portatrice di un diritto di doveroso e maggiore rispetto che Le è dovuto in forza della Sua età”. “Io ho subito stigmatizzato la frase”, ricostruisce Giovetti, “non così hanno fatto gli altri componenti del cda e i rappresentanti di maggioranza, che non hanno minimamente preso le distanze. Per questo, ritenuto che a capo di un’azienda in generale, ma soprattutto di una come Cremona Solidale, vi debba essere prima di tutto un gentiluomo; avuto dimostrazione che tale predisposizione d’ animo non rientra tra le doti dell’ attuale Presidente”, viene chiesto al sindaco “di revocare l’ incarico di Presidente di Cremona Solidale al Signor Emilio Arcaini ed a valutare l’ opportunità di estendere tale provvedimento agli altri membri del Consiglio di Amministrazione per le ragioni su esposte”. Chiede inoltre di “predisporre immediata lettera di scuse alla Signora Lidia Azzolini, stigmatizzando le parole del Presidente e prendendone le doverose distanze”.

L’INTERVENTO DEL PD – Il capogruppo del Pd in consiglio comunale, Rodolfo Bona, e la componente di segreteria cittadina (oltre che consigliere comunale) Lia a Beccara difendono la scelta del Cda di Cremona Solidale di voler cambiare direttore generale e accusano il presidente della commissione Vigilanza, Marcello Ventura, di non aver rispettato il ruolo istituzionale degli invitati, almeno di alcuni, all’indirizzo dei quali sono state lanciate da più parti frecciate su inesperienza e scarse capacità.  “Perché – si chiedono Bona e Beccara –  chiamare i membri del CDA di Cremona Solidale e farli intervenire solo dopo più di due ore di discussione? Forse anche la classe di alunni citati dal consigliere Ventura potrebbe nutrire il dubbio sulla tendenziosità di un atteggiamento del genere. Potrebbe venire anche il dubbio che una testimonianza importante e piena di affetto quale quella della signora Azzolini sia stata utilizzata solo ai propri fini. Tuttavia siamo certi che la signora Azzolini, come tutti i benefattori che hanno donato al Soldi e come lei stessa ha dichiarato, avrà come unico obiettivo il bene degli ospiti.

“Ci sembra comunque doveroso entrare nel merito della questione condividendo alcune domande con le persone a cui sta veramente a cuore l’Azienda Cremona Solidale. Dopo 5 anni di attività positiva un direttore generale, con contratto a tempo determinato, di natura privatistica e per altro scaduto, deve essere considerato insostituibile? Può essere che esista nel Nord Italia un professionista con un profilo più innovativo e che il CDA, responsabile di questa scelta, lo possa individuare e scegliere? Non deve forse essere considerato un valore aggiunto in termini di efficacia e di ampliamento della ricerca effettuare questa scelta con un bando pubblico invece che a chiamata, cosa che era accaduta per i precedenti direttori? Probabilmente questo punto viene però ritenuto irrilevante da una parte dell’opposizione, oppure non viene compreso.

“Tra il resto, ci preme ricordare che le professionalità che lavorano all’interno di Cremona Solidale sono tante, diverse e che tutte contribuiscono ed hanno contribuito al buon funzionamento dell’Azienda. I consiglieri Ventura e Fasani quindi, assumendosi una prerogativa che non è loro, ritengono che il direttore generale uscente sia insostituibile, che il suo curriculum sia il migliore fra quelli di tutti i 29 candidati e che la scelta compiuta dal CDA sia quindi solamente ideologica. Nel dirlo quindi negano che il direttore ha invece un contratto a tempo determinato, che deve essere nominato dal CDA e che il CDA risponderà della bontà della scelta effettuata. Questa è la prassi istituzionale che va rispettata, per restare nel merito e nel contenuto delle cose.

“Se invece tutta questa polemica fosse stata costruita solo su una procedura considerata sbagliata – concludono i Democratici – chiediamo che il dibattito politico sia più produttivo e meno sterile e che in futuro ci si concentri maggiormente sui contenuti e sulle idee, più che sui già citati ‘cavilli burocratici'”.

L’INTERVENTO DI ALESSIO ANTONIOLI (FNLC) – “Desidero esprimere alcune considerazioni circa la Commissione consiliare di vigilanza dello scorso 17 settembre. Ritengo di una scortesia istituzionale senza pari da parte del presidente Ventura non aver lasciato la parola ai membri del cda di Cremona Solidale ad inizio della seduta, quando la stessa era stata convocata per “chiarimenti in merito alla selezione indetta per la nomina del nuovo Direttore generale dell’Azienda”. Si è preferito invece dare spazio al consueto tribunale dell’inquisizione da parte della minoranza, con largo spazio a opinioni personali, giudizi affrettati, conclusioni arbitrarie (il consigliere Giovetti ha riferito di aver fatto domanda di accesso agli atti e di non averne ancora avuta visione).

“Nel primo intervento ho difeso l’operato del cda a partire dall’autonomia e dalle prerogative che gli sono proprie, richiamando l’articolo 27 dello Statuto dell’Azienda (citato poi anche dal Segretario generale Criscuolo). Nel secondo ho chiesto alla minoranza cosa avrebbe pensato se la nomina del direttore generale fosse stata fatta dal cda il 1 gennaio 2015 dopo soli dodici giorni dalla nomina del CDA da parte del Sindaco. Si sarebbe parlato probabilmente di spoil system, se non di epurazione! Ho espresso quindi condivisione rispetto al percorso scelto dal cda di proporre al dott. Gipponi una proroga di 6 mesi – tempo necessario al cda stesso di conoscere lui e l’Azienda – indire quindi un avviso di selezione per un nuovo direttore, contemplando naturalmente l’ipotesi della riconferma del direttore in carica. La selezione ha permesso di raccogliere 30 curricula, svolgere numerosi colloqui, sino ad individuare tre possibili candidati, nuovamente esaminati ed infine la nomina del nuovo direttore generale. La procedura poteva essere perfettibile? Possibile, ma intanto è stata fatta una procedura di selezione trasparente agli occhi della città, all’interno dei compiti e delle prerogative del cda. E comunque da qui a dichiararla illegittima credo ce ne passi. Infine l’auspicio che il presidente Ventura, nel ruolo istituzionale che ricopre, possa pensare prima di tutto a svolgere correttamente le proprie funzioni evitando, accreditandosi di una autorevolezza tutta da dimostrare, di dispensare giudizi sommari su altri consiglieri e sul loro operato”.

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