Lettere

Aree Ex Annonarie, contributi partecipativi sepolti per sempre?

Più spazio alla partecipazione era uno dei titoli con i quali veniva pubblicizzato, nel giugno 2010, il progetto di Riqualificazione Urbana delle Aree Ex Annonarie.
Più precisamente, lo Schema d’Assetto Preliminare veniva definito come “documento aperto, una base di riferimento e partenza, la cui principale finalità è proprio quella di poter innescare un ampio confronto con la comunità locale cui verrà richiesto di concorrere alla definizione degli obiettivi finali e delle scelte strategiche”.
La raccolta dei contributi partecipativi, definiti (a ragione) numerosi e qualificati, venne presentata nel novembre 2010, e la frase finale del documento era: “sulla base delle indicazioni e delle proposte pervenute, l’Amministrazione Comunale intende ora dare concretezza alla valorizzazione delle idee pervenute definendo alcuni possibili scenari di trasformazione urbana che verranno successivamente presentati alla città.” Dopo un anno i contributi partecipativi lì giacciono, probabilmente sepolti per sempre, ma il progetto di riqualificazione è andato avanti, escludendo la partecipazione dei cittadini.
Prima si è dato incarico a Unicredit di “sviluppare una proposta specifica riferita nella sua complessità ed interezza al Programma Cremona City Hub in considerazione della sua attuazione prevista mediante un puntuale strumento urbanistico (Programma Integrato di Intervento)”, da consegnare entro il 15 ottobre 2011: cosa abbia elaborato Unicredit non si sa ancora.
Poi si è deciso di vendere a AEM per 11 milioni di euro l’intero complesso immobiliare: il motivo per cui AEM svolga la funzione di “bancomat” per il Comune è un altro mistero, vengono utilizzate risorse che potrebbero essere investite nell’ambito di definizione del lavoro di AEM (acqua, energia, illuminazione, nettezza urbana, ecc…), ambito nel quale non risulta esserci la compravendita di immobili.
Nei giorni scorsi è arrivato anche il Concorso Internazionale di idee, un impegno da 90.000 euro (compreso il premio alla giuria, della quale farà parte un dirigente comunale, giusto per essere imparziali), e su questo punto alcune domande sorgono spontanee:
La proposta vincente sarà quella definitiva? Se sì, perché escludere dalla giuria chi ha “partecipato” nella prima fase propositiva? Se no, a che serve? Temiamo che il tutto si risolva, come già successo, con un puro esercizio formale per gli addetti ai lavori, attratti dal “premio”, avremo cioè una serie di soluzioni improbabili scollegate dalle reali esigenze della città.
Del resto, questo comportamento sghembo che alterna aperture alla “partecipazione” e ai “benefici comuni” a clamorosa retromarcia non è nuovo, ecco un paio di esempi:

Parco del Morbasco sud
Doveva essere un parco a servizio della città, è rimasto un parco di quartiere, esattamente come prima, ma con parecchi palazzoni in più.
La strada sterrata che lo attraversa, già esistente prima dell’acquisizione, è stata sistemata a spese della Fondazione Moreni per meglio accedere alla loro sede dopo il sottopassaggio ferroviario.
Gli 80.000 euro della ex-proprietà destinati al potenziamento del “verde” saranno investiti dal Comune, in parte, per la strada ciclo-pedonale che da via Chiese termina al sottopasso ferroviario: il vecchio accesso in via Chiese sarà chiuso, causa cementificazione, per cui ne serve uno nuovo, ed ecco allora oltre 50.000 euro per una strada che non ha sbocco per i pedoni o i ciclisti, è utile solo a chi si reca alla Cascina Pennelli.
Il bosco è stato realizzato dal Consorzio Forestale Padano, che riceverà nei prossimi anni i contributi regionali, accollandosi, moderno filantropo, anche il costo dell’impianto di irrigazione, non previsto inizialmente a suo carico.
E la promessa di coinvolgimento dei cittadini nelle scelte? Cancellata.

Città dello Sport
Dovevano esserci parti pubbliche e a servizio del quartiere, apprendiamo ora dalla stampa che se il Comune non fosse in grado, nei prossimi 10 anni, di rispettare gli impegni potranno intervenire i privati o addirittura non farne nulla. Dieci anni? Per dieci anni dovremo tenerci quest’opera incompiuta, questo progetto sospeso a tempo indeterminato, con anche la possibilità dichiarata, se si cambia idea nel frattempo, di cancellarlo definitivamente? Ma che modo è di progettare la città e gli interventi urbanistici?

Questo atteggiamento ben rappresenta la scarsa, diremmo nulla, considerazione che si ha nei confronti dei cittadini.
Sembra inoltre che dietro ai numerosi cambiamenti dei progetti non ci sia veramente un’idea precisa, si continua a variarli sperando che nel frattempo o ci si dimentichi di quanto promesso o arrivi una soluzione credibile.
Adesso abbiamo anche il Concorso Internazionale per l’Area Ex Annonaria, cosa verrà inventato successivamente per giustificare le promesse non mantenute?

Luci Cremona

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