Cronaca

Tentato omicidio, l'arrestato: 'Non volevo uccidere, solo far paura'

Nella foto, da sinistra il luogotenente Angelo Foglia e il comandante provinciale Cesare Lenti in conferenza stampa, a destra l’avvocato Fabio Galli

Resta in carcere il 29enne marocchino incensurato accusato di aver tentato di uccidere il suo vicino di casa. Lo ha deciso il giudice Letizia Platè che non ha accolto la richiesta del difensore, l’avvocato Fabio Galli, di disporre una misura meno afflittiva come gli arresti domiciliari. Anche il pm Lisa Saccaro aveva chiesto che il marocchino restasse in  carcere. Il giudice, che ha convalidato l’arresto, non crede alla versione fornita oggi dal 29enne, che in due ore ha spiegato di non aver mai voluto uccidere il vicino di casa romeno che a sua insaputa gli aveva preso le chiavi della macchina per poi andare in giro ubriaco con a bordo il figlio della convivente. Risultato: romeno fermato ubriaco e senza patente e fermo amministrativo per 30 giorni della macchina del marocchino, intestata alla ditta per la quale lavora. Un gesto, quello del romeno di prendergli le chiavi dell’auto, che ha fatto andare su tutte le furie il marocchino, che senza auto non può più lavorare. “Ma non volevo ucciderlo”, ha spiegato il 29enne al giudice, “solo fargli paura. Lui è grande e grosso ed è molto aggressivo”.

Martedì sera il magrebino, dopo aver già avuto nella stessa giornata precedenti incontri con il vicino per chiarire le cose, senza successo, si è presentato nell’abitazione del 30enne romeno, che risiede al piano terra in una palazzina di via Fabio Filzi e che a volte svolge anche mansioni di portinaio. “Avrebbe dovuto essere un incontro chiarificatore senza violenza”, ha sottolineato l’avvocato Fabio Galli, “e invece le cose sono degenerate. In quella stessa giornata il mio cliente aveva chiesto invano al romeno di accompagnarlo dai carabinieri per dire che le chiavi della macchina lui le aveva prese a sua insaputa”. Secondo il suo racconto, il marocchino, dopo essere stato invitato dal vicino, si sarebbe presentato in casa sua con un grosso cutter solo per fargli paura, ma nella  colluttazione, durante la quale lo stesso marocchino è rimasto ferito, preso a pugni dal romeno, è partito un colpo di lama che è andato a ferire il rivale. Per lui, 20 giorni di prognosi. “Se avessi voluto ucciderlo avrei potuto farlo”, ha spiegato al giudice il 29enne, “e invece lo volevo solo tenere a bada, volevo fargli paura”.

Al marocchino, i carabinieri contestano la premeditazione, in quanto l’uomo, prima di uscire di casa, aveva lasciato una lettera alla sua convivente nella quale si scusava per il gesto che stava per fare. “Quel giorno gliene avrò scritte 5 o 6 di lettere”, ha spiegato l’arrestato al giudice. “Lei era spaventata, sapeva che il nostro vicino era aggressivo e non voleva che parlassi con lui. Le ho scritto quella lettera solo per tranquillizzarla”.

Nel pomeriggio di oggi, intanto, è arrivata la decisione del giudice sulla misura cautelare. Il marocchino resta in carcere. Troppi elementi da lui raccontati non corrisponderebbero ai fatti.

Sara Pizzorni

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