Cronaca

'Il Governo rimborsi San Daniele Po dei 300mila euro usati per l'argine' Il Comune vince in Tribunale

Il Comune di San Daniele Po ha vinto in aula e secondo il primo grado di giudizio dovrà essere rimborsato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri per le spese, da 300mila euro, sostenute per il consolidamento e il sopralzo dell’argine nel tratto Sommo–Santa Margherita in prevenzione “dell’evento calamitoso di fine 20080”, come ricordano dall’Amministrazione comunale del paese. “Il Tribunale così provvede: accerta e dichiara che il Comune di San Daniele Po ha sostenuto spese per il consolidamento ed il sopralzo dell’argine nel tratto Sommo–Santa Margherita per l’importo di 300.000 euro; condanna il Dipartimento di Protezione civile presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri a tenere indenne il comune di San Daniele Po dall’esborso sostenuto e per l’effetto condanna la predetta Presidenza, al pagamento in favore del Comune di San Daniele Po della somma di euro 300.000,00 oltre interessi al tasso legale dall’esborso al saldo; respinge le domande di parte attrice nei confronti dei convenuti Regione Lombardia, Ministero degli Interni, Ministero dell’Ambiente e Ministero delle Finanze; condanna il Dipartimento di Protezione civile presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e Regione Lombardia al pagamento in favore di parte attrice delle spese di lite che liquida in euro 6000,00 oltre rimborso forfettario ed accessori di legge; spese compensate tra Comune di San Daniele Po e Regione Lombardia, Ministero dell’Interno, Ministero dell’Ambiente e Ministero delle Finanze”.

“Secondo la sentenza – dichiara il sindaco Davide Persico –  se ne consegue la buona fede dell’operato dell’Amministrazione comunale, allora capitanata dal Sindaco Dusi, nell’intervenire tempestivamente in prevenzione all’evento calamitoso di fine 2008, in maniera concertata con la Prefettura. Come amministrazione comunale successiva, ma in continuità con la precedente, abbiamo deciso di farci valere sulle medesime posizioni perché considerate giuste ed ineccepibili sia dal punto di vista politico, di prevenzione della sicurezza territoriale e sotto il profilo giuridico. Abbiamo considerato non giusto che un comune dovesse farsi carico di un’opera di messa in sicurezza di parte dell’abitato che è prevista attraverso un decreto legislativo emanato anni prima. Attraverso l’incarico allo studio Rusconi, abbiamo operato mantenendo salde queste posizioni e la sentenza di primo grado ci ha dato ragione”.

“Attendiamo adesso – conclude il primo cittadino – il ritorno dalle ferie del nostro avvocato per muoverci in maniera coordinata nei confronti degli enti coinvolti nella vicenda processuale. Chiaramente la soddisfazione è tanta perché per un piccolo comune di 1400 abitanti, operare per oltre 6 anni con 300.000 euro in meno, non è assolutamente facile. Nonostante questo nessuno dei nostri cittadini ha subito penalizzazioni fiscali o tributarie, di questo ce ne deve essere dato atto”.

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