Feste e turismo

A Expo realizzata una pizza da Guinness con pomodoro Pomì

Due tonnellate di salsa di pomodoro marcata Pomì protagoniste della pizza da record, realizzata in occasione della settimana mondiale del Pomodoro a Expo. Un chilometro e mezzo di lunghezza per oltre 30mila tranci, 5 tonnellate di peso, cotta grazie a 5 forni mobili su una gigantesca teglia collocata lungo il Decumano di Expo 2015. Una pizza, realizzata su iniziativa dell’associazione Settimana mondiale del pomodoro, che ha battuto il Guinness dei primati.

La maxipizza è stata preparata da uno staff composto da circa 200 persone, tra i quali 60 pizzaioli con l’utilizzazione come ingredienti di 2 tonnellate di salsa di pomodoro, 1,5 tonnellate di mozzarella, 300 litri di olio extra vergine, 2 tonnellate di farina e la distribuzione gratuita di circa 35.000 tranci di pizza margherita lungo il Decumano realizzata con l’ausilio di 5 forni mobili.

IL CONTRIBUTO POMI’

Pomì, fra i maggiori sostenitori dell’iniziativa, non poteva mancare alla giornata dedicata al piatto italiano più conosciuto al mondo. Il marchio storico 100% italiano, di proprietà del Consorzio Casalasco del Pomodoro, rappresenta, infatti, la filiera del pomodoro ad Expo all’interno dello spazio Coldiretti nel Padiglione Italia. Dal 1 giugno 2015, inoltre, Pomì partecipa all’Albero della Vita raccontando i valori cardine su cui si fonda la propria attività. Qualità made in Italy, Sostenibilità certificata, Benessere per le persone e il territorio.

Il Consorzio Casalasco del pomodoro, con un fatturato di oltre 200 milioni di euro, associa più di 300 aziende agricole, ubicate tra Parma, Piacenza, Cremona e Mantova che coltivano a pomodoro circa 4.500 ettari di terreno per una produzione complessiva di 350.000 tonnellate di pomodoro fresco, e ha dato vita ad un vero e proprio sistema integrato di filiera mantenendo un legame forte con il territorio. La materia prima è lavorata immediatamente dopo la raccolta negli stabilimenti limitrofi ai campi di coltivazione, seguendo un percorso breve dal campo alla tavola. Una filiera corta e certificata in ogni fase, che assicura la massima qualità e tracciabilità della materia prima, dal seme al prodotto finito. Con Pomì, marchio storico, 100% italiano, di proprietà dell’azienda, la passata di pomodoro italiana arriva in oltre 50 Paesi in tutto il mondo: più del 60% della produzione a marchio Pomì e Pomito, infatti, è destinata ai mercati esteri in Europa, America settentrionale e centrale, Africa e Asia (medio ed estremo oriente).

LA PIZZA IN ITALIA

Il business della pizza solo in Italia ha raggiunto i 10 miliardi di euro nelle circa 63mila pizzerie e locali per l’asporto, taglio e trasporto a domicilio dove lavorano complessivamente oltre 150mila persone. E’ quanto emerge da una analisi ad Expo dalla Coldiretti, tra i tra i promotori dell’’evento pizza da guinness, che per l’occasione nel proprio padiglione all’inizio del Cardo sud ha avviato la speciale raccolta di firme di visitatori stranieri necessaria a sostenere la candidatura italiana al riconoscimento della pizza come patrimonio dell’Unesco sulla quale dovranno decidere rappresentanti di 163 Paesi del Mondo.

La pizza da guinness rappresenta un importante sostegno internazionale alla candidatura italiana all’iscrizione della pizza nella lista Unesco del patrimonio culturale immateriale dell’umanità a sostegno della quale sono state 300mila le firme raccolte dalla Coldiretti insieme all’Associazione Pizzaiuoli Napoletani e alla fondazione UniVerde dell’ex ministro dell’Agricoltura Alfonso Pecoraro Scanio: #pizzaunesco. “Ora l’impegno si sposta a livello internazionale per difendere e tutelare un prodotto simbolo dell’identità nazionale conosciuto in tutto il mondo”, afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che ”l’Expo rappresenta una occasione unica far conoscere a far supportare la candidatura anche dai milioni di visitatori stranieri”.

Ogni giorno solo in Italia si sfornano circa 5 milioni di pizze per un totale di un miliardo e mezzo all’anno anche se – sottolinea la Coldiretti – i maggiori “mangiatori” sono diventati gli Stati Uniti che fanno registrare il record mondiale dei consumi con una media di 13 chili per persona all’anno, quasi il doppio di quella degli italiani che si collocano al secondo posto con una media di 7,6 chili a testa. Si tratta anche di una opportunità occupazionale importante poiché sono almeno 100 mila i lavoratori fissi nel settore della pizza ai quali – sottolinea la Coldiretti – se ne aggiungono altri 50 mila nel fine settimana, secondo i dati dell’Accademia Pizzaioli.  Quattro su dieci sono stranieri. Infatti, di questi, solo 65 mila sono italiani, mentre tra gli stranieri a prevalere – precisa la Coldiretti – sono i circa 20 mila egiziani e oltre 10 mila marocchini.

Dall’estero viene dunque un contributo importante per mantenere viva la tradizione della pizza in Italia che evidenzia però anche la necessità – continua la Coldiretti – di non disperderla e tutelarla con l’inserimento dell’Arte dei Pizzaiuoli napoletani nella “Lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità”. E’ questa la ragione dell’azione di sensibilizzazione internazionale avviata a Expo dalla Coldiretti con una speciale raccolta di firme di cittadini italiani ed europei, a supporto di un negoziato che coinvolgera’ rappresentanti di 163 Stati chiamati ad assumere la decisione, dopo il via libera nazionale del 26 marzo scorso.

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