Finanza, le indagini scoprono indebiti sussidi Inps per oltre 360mila euro Il caso di due egiziani e della pensione del padre invalido ormai defunto
Gli attesi risultati dei numerosi controlli effettuati dalla guardia di finanza contro il fenomeno delle pensioni e dei contributi percepiti indebitamente (vedi link in basso) sono arrivati: tanti i soggetti residenti in città e provincia scoperti. I risultati, dopo un’attività di indagine durata circa un anno e arrivata a una fase intensa nei primi mesi del 2015, portano la firma del nucleo di polizia tributaria delle fiamme gialle. Non pochi, si apprende dal comando di via Zara, sono gli episodi in cui i protagonisti, titolari di indennità assistenziale, ricoverati presso strutture ospedaliere, e quindi a titolo gratuito, omettevano di comunicare tale circostanza all’Inps, evitando così la temporanea sospensione del beneficio.
“Nell’ambito degli accertamenti – spiegano dalla caserma – sono stati inoltre individuati alcuni casi particolari, ad esempio stranieri che a vario titolo continuavano a percepire benefici previdenziali pur avendo fatto rientro da anni nel Paese d’origine oppure dipendenti pubblici che avevano attestato all’Amministrazione di appartenenza falsi presupposti al fine di usufruire illegittimamente dei congedi e permessi retribuiti”. “Complessivamente ben 378 – aggiungono da via Zara – sono state le persone nei cui confronti sono stati accertati illeciti, per un totale di oltre 360mila euro di somme indebitamente erogate”.
All’Autorità giudiziaria sono stati segnalati alcuni casi più gravi, nei quali i soggetti si sono resi responsabili di reati che vanno dalla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche all’indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, fino alla falsità ideologica e all’uso di atto falso.
I finanzieri hanno anche accusato due fratelli egiziani residenti a Pizzighettone, il 40enne Yasser El Sharkawi e il 38enne Nabil Magahed El Sharkawi, di aver continuato a percepire fino a tutto il mese di aprile del 2013 indennità e benefeci previdenziali, per un ammontare di circa 21mila euro, spettanti al padre (invalido al 100%) che però era deceduto nel Paese di origine a marzo del 2011. Questa circostanza è stata verificata grazie alla collaborazione dell’Interpol. Nel corso delle indagini i due fratelli si sono anche procurati un falso certificato di morte, presentato alle autorità italiane allo scopo di depistare gli investigatori e dimostrare che il congiunto era deceduto nel 2013.
Entrambi sono stati denunciati e con un provvedimento richiesto dal sostituto procuratore Fabio Saponara e firmato dal giudice per le indagini preliminari Guido Salvini le fiamme gialle hanno eseguito il sequestro preventivo, in funzione della confisca “per equivalente”, di circa 21mila euro, rinvenuti su tre conti correnti bancari, carte prepagate e presso l’abitazione degli stessi.
“Vi sono poi – aggiungono dal comando – altri casi clamorosi, come quello di un nordafricano che, pur avendo trasferito il proprio nucleo familiare nel Regno Unito, aveva falsamente attestato la frequenza del figlio minore in un istituto scolastico cremonese, riscuotendo indebitamente l’indennità di frequenza, oppure quello dell’ucraino che aveva fatto rientro nel Paese di origine pur continuando a mantenere la residenza anagrafica in Italia, al fine di percepire, anche in questo caso illecitamente, l’indennità d’accompagnamento. Tutti i soggetti sono stati segnalati all’Inps, che procederà al recupero delle indennità indebitamente concesse, e alla Corte dei conti di Milano per l’eventuale ipotesi di danno erariale”.
Michele Ferro
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