Cronaca

I reati 'dell'amore' visti dai più giovani, in tribunale i loro filmati

L'avvocato Crotti e la presidente Marini

Si chiamano Serena Giuliani, Patrizia Mandelli, Petra Galli, Miriana Barbieri e Alfonso Bonaiuto. Sono i cinque bravissimi che oggi, nell’aula polifunzionale del tribunale di Cremona, hanno ricevuto ciascuno una borsa di studio intitolata ad avvocati scomparsi. Un premio per i loro elaborati che come filo conduttore avevano i cosiddetti ‘reati dell’amore’, e cioè lo stalking, le violenze alle donne, il disagio familiare e i maltrattamenti, tutti reati in continuo aumento. “Sarebbe meglio parlare di reati del disamore”, ha detto la presidente del tribunale Ines Marini, che ha voluto continuare la tradizione cominciata dalla Camera Penale di Cremona e Crema intitolata alla memoria dell’avvocato Sandro Bocchi. A Bocchi, ad Aldo Pizzoccaro, a Franco Borsieri, a Sergio Franceschini e a Renato Dossena erano intitolate le borse di studio finanziate dal Banco Popolare di Crema Fondazione Popolare Crema per il territorio e dalle famiglie di alcuni degli avvocati scomparsi. “Tutte figure”, ha sottolineato Maria Luisa Crotti, vice presidente della Camera Penale, organizzatrice dell’incontro insieme al segretario Alessio Romanelli, “di avvocati integri, preparati, coraggiosi, creativi e con il senso della propria funzione”.

In aula, avvocati, professori, familiari, e soprattutto loro, i ragazzi delle medie e superiori di Crema e Cremona (gli istituti Sraffa e Pacioli di Crema, l’istituto Stanga e il liceo Munari di Cremona), che hanno presentato lavori di grande impatto e grande sensibilità di fronte ad un tema così delicato e serio come lo stalking. E lo hanno fatto ognuno a modo loro, con creatività, dando vita ad elaborati in forma di diario, nella ricostruzione di una storia di stalking, attraverso slide con un vero e proprio studio fornito di dati sull’evoluzione del fenomeno dello stalking, addirittura attraverso un film girato da una delle ragazze che ha vinto la borsa di studio e che si è resa protagonista, insieme ad altri amici, dei video che oggi è stato proiettato proprio in tribunale. Ultimo, ma non ultimo, un elaborato multimediale dell’unico ragazzo vincitore, un filmato duro e commovente visto dall’occhio maschile. Un filmato in cui ci si chiede come mai si preferisca insegnare alle donne come difendersi dagli stupratori piuttosto che insegnare agli uomini il rispetto per le donne. Un filmato che invita le donne a non avere paura e che si conclude con dei bambini che dicono no all’invito della voce fuori campo di dare uno schiaffo ad una loro compagna. “Oggi abbiamo aperto ai ragazzi le porte del tribunale”, ha detto la presidente Marini, “un luogo dal forte valore simbolico”. “Credo molto alla possibilità di un cambiamento”, ha aggiunto, “e per cambiare bisogna avere dei valori, dei simboli, e questi ragazzi oggi ce l’hanno dimostrato”.

Sara Pizzorni

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