Cultura

Applausi a scena aperta per Paolo Conte al Ponchielli

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Ovazioni  tra una canzone l’altra, applausi che sgorgano, lunghissimi, sul finire di ogni brano. Paolo Conte, 78 anni e  la voce inconfondibile di sempre, ha ancora una volta scaldato l’atmosfera del Ponchielli, vicino al tutto esaurito giovedì sera per il concerto che portava in scena l’ultimo album dell’artista, ‘Snob’, uscito lo scorso autunno. Un concerto senza giri di parole (le uniche extra, tra una canzone e l’altra, sono stati i nomi dei musicisti) che ha pescato tra i suoi classici (a cominciare ‘Da sotto le stelle del jazz’, e poi ‘Una giornata al mare’, ‘Via con me’) e nella produzione più recente con ‘Snob’, il brano che dà il titolo all’album, in versione solo voce e piano, ‘Argentina’ e ‘Tropical’, quest’ultimo conservato per l’unico bis concesso. Tra i brani più applauditi, la extended version di ‘Diavolo Rosso’, che ha dato modo di apprezzare appieno il virtuosismo dei dieci musicisti dell’ensemble, come pure la versione di ‘Gli impermeabili’ che ha evidenziato il valore dei sassofoni. E poi, ancora, entusiasmo per ‘Alle prese con una verde milonga’, ‘Come di’, ‘Aguaplano’, ‘Gioco d’azzardo’, ‘Max’. Un concerto senza scaletta, a dimostrazione di come l’artista, che qualche tempo fa aveva ammesso una crisi d’ispirazione, sappia benissimo come fare per ricaricare le batterie e dare il meglio di sé ad un pubblico che dimostra di amarlo incondizionatamente.

g.b.

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