Cronaca

Via Brescia, il 20 maggio l'apertura Primo test per l'ipotesi senso unico Malvezzi polemizza

AGGIORNAMENTO – Mercoledi 20 maggio alle 16 aprirà il sottopasso di via Brescia, solo nella parte ciclopedonale, e così anche i comuni cittadini potranno farsi un’idea del miglior utilizzo di questa infrastruttura. E’ prevista la presenza del sindaco Gianluca Galimberti, mentre le scuole (asilo Gallina e primaria Stradivari) stanno collaborando con il comitato di quartiere per varie iniziative.

Nel pomeriggio di oggi, 13 maggio, c’è stato un sopralluogo sul posto dell’assessore al Territorio Alessia Manfredini, del consigliere comunale Filippo Bonali (al quale è affidato il compito di sostegno al coordinamento sul BiciPlan e di monitoraggio delle relative fasi di avanzamento), accompagnati da Marco Pagliarini, direttore del Settore Lavori Pubblici e da Marco Granata, responsabile del Servizio Gestione e Progettazione Infrastrutture viarie e Mobilità sostenibile. Assessore e consigliere hanno incontrato anche il direttore delle Poste sul potenziamento di fruibilità dell’area antistante l’ufficio di via Brescia. L’incontro ha confermato il percorso in atto: apertura a biciclette e pedoni con monitoraggio dei passaggi e valutazione sulla viabilità con un’ottica complessiva del comparto.
Ribadita anche la volontà dell’Amministrazione di porre particolare attenzione alle vie interne (F. Soldi, E. Soldi, Vitali) e all’ingresso di via Cavo Cerca.
Sono già stati calendarizzati alcuni incontri con i tecnici di Centro Padane per focalizzare nel dettaglio gli incroci stradali stradali e le possibili criticità tra flussi di traffico nelle vie dell’intero comparto.

Mercoledì prossimo quindi arriverà un primo ‘momento della verità’, per il sottopasso delle polemiche, per ora concentrate tra i residenti dei quartieri di Borgo Loreto e dello Zaist, se sia meglio approfittarne per cambiare radicalmente rotta privilegiando l’utenza debole, oppure se si debba tornare allo status precedente i lavori. La prima opzione, caldeggiata dall’attuale amministrazione comunale, prevede l’utilizzo dei 7,50 metri di larghezza della carreggiata per fare un unico senso di marcia per le auto, meglio se in uscita dalla città, con una pista ciclopedonale di oltre 3 metri. La seconda opzione, portata avanti (anche con una mozione) dall’ex assessore all’urbanistica Federico Fasani, chiede di “non modificare la previsione progettuale ereditata dalla precedente amministrazione e mantenere, conseguentemente, il doppio senso di marcia per il sottopasso di via Brescia”. Un utilizzo limitato del sottopasso sarebbe infatti, secondo il consigliere Ncd, uno spreco di denaro. 13 milioni in tutto vale l’operazione sottopassi, che comprende anche quello di via Persico e il cavalcavia di San Felice. Fasani ribadisce anche che a sostegno del doppio senso ci sono 800 firme. Il Comitato di quartiere 5 però di queste firme non sa nulla; sicuramente non sono state ancora consegnate in Comune. Al momento non c’è altra richiesta ufficiale  se non quella sottoscritta da 81 residenti, prevalentemente di via Francesco Soldi, che chiedono al Comune di risolvere i problemi di sovraccarico di questa strada. Lo conferma il presidente del quartiere, Franco Nicolini: “Insieme al segretario del quartiere, abbiamo portato personalmente le 81 firme dei residenti di via Francesco Soldi in Comune. Non sono a conoscenza delle 800 firme. Non so se il giornalaio le abbia raccolte lui, ma di certo io non vado a raccogliere firme per andare contro l’amministrazione. Il mio pensiero però l’assessore Alessia Manfredini lo conosce bene ed esprime le opinioni, credo, del 90% dei residenti del quartiere, che non sono d’accordo col senso unico”.

Quella pendenza del 10% delle rampe, insomma, spaventa un po’ tutti.  “Io personalmente – continua Nicolini – mi auguravo di avere una città ciclopedonale, ma che tutta la città fosse ciclopedonale. Questa nuova proposta invece prevede che fino a via Cavo Cerca via Brescia sia a doppio senso, per poi diventare a senso unico solo dal sottopasso. Ci sono altre soluzioni, ad esemepio zone a 20 o 30 all’ora … e poi ci sono i commercianti, le poste…”

Opinioni diverse da quelle espresse proprio a Cremonaoggi, dal segretario del Comitato di Quartiere 5, Giorgio Denti: “Nell’assemblea del 6 maggio – afferma – l’attenzione della platea era tutta tesa a far presente ai rappresentanti dell’amministrazione le proprie esigenze o i propri problemi personali e non a parlare dello scopo ultimo della realizzazione dell’opera o meglio delle opere dei sottopassi: il bene della comunità, prima di tutto realizzato attraverso il miglioramento della qualità dell’ambiente; l’attenzione a facilitare le categorie più deboli, ossia bambini e anziani, visto che nel quartiere abbiamo due scuole che si occupano dell’infanzia e della educazione primaria molto frequentate. È la terza assemblea che si organizza per parlare dell’uso dei sottopassi – continua Denti –  e del futuro viabilistico del quartiere ed è la terza volta che si presenta in assemblea una platea diversa secondo gli interessi personali, senza tener conto del bene della comunità che non sempre coincide con le esigenze di ciascuno e di fronte alle quali qualche sacrificio si deve fare visto che non si è gli unici. Purtroppo anche questa volta non c’è stato un dibattito serio e sereno”.

Tra i motivi per spingere sulla svolta ciclopedonale, c’è anche la pendenza delle rampe: “Dovendo scendere dalle biciclette per portarle a mano – afferma Denti – non è meglio avere un marciapiede più largo di quello che hanno fatto in via Persico, dove i ciclisti rischiano di scontrarsi tra loro e con i pedoni?”. Insomma, “cambiare le abitudini, anche se malsane, è dura. Parliamo di cultura dell’ambiente, di salute purché non si modifichi nulla. Purtroppo anche gli interventi di miglioramento richiedono la modifica di alcune nostre abitudini…”.

Il Comune dal canto suo ha già spiegato che per un paio di mesi la viabilità sarà tenuta sotto monitoraggio, sia in via Brescia che nelle vie di raccordo con via Persico, gravate in questi mesi di un traffico fuori dal normale. Dopodichè verrà presa una decisione definitiva. Sempre secondo Fasani, quando l’amministrazione Perri prese in mano il progetto (ereditato dalla precedente giunta Corada), questo prevedeva la chiusura totale al traffico di via Brescia. A differenza di via Persico infatti, il problema dei canali sotterranei al piano stradale imponeva in via Brescia uno scavo più profondo e tecnicamente più difficoltoso.  E’ stata invece l’amministrazione Perri a far cambiare il progetto (firmato da Centropadane Spa) in modo da prevedere il passaggio delle auto.

INTERVIENE ANCHE L’EX VICESINDACO CARLO MALVEZZI – “Assisto incredulo al surreale dibattito sull’utilizzo del sottopasso di via Brescia e soprattutto alla decisione dell’attuale amministrazione di modificare pesantemente il progetto deciso dalla giunta Perri”. È il commento del consigliere regionale del Nuovo Centrodestra, Carlo Malvezzi, sulle variazioni annunciate dall’amministrazione Galimberti all’utilizzo del sottopasso di via Brescia. “Il progetto originario – ricostruisce Malvezzi –, elaborato dalla Giunta Corada prevedeva la chiusura del passaggio a livello senza alcun opera che consentisse alle auto e alle biciclette di collegare le due zone della città. Sarebbero cioè stati realizzati due muri in corrispondenza delle attuali sbarre che avrebbero definitivamente interrotto il flusso di traffico della via, costringendo tutti ad utilizzare percorsi alternativi e più lunghi  (sottopassaggio di Via Persico), trasformando così  vie di quartiere in strade di penetrazione con un aggravio insostenibile di traffico”.

“Solo grazie dalla determinazione del Sindaco Perri e dell’allora maggioranza – precisa Malvezzi, che in quegli anni rivestiva il ruolo di vicesindaco e assessore all’Urbanistica – fu possibile individuare una variante progettuale che consentisse di realizzare un manufatto della larghezza di m 7,50 in grado di ospitare  il doppio senso di marcia delle auto (6.00 metri) ed il passaggio dei cicli (1,50 metri). La proposta progettuale fu premiata da Regione Lombardia che nel 2011 concesse  uno stanziamento aggiuntivo a quello già assegnato di circa 3 milioni di euro a fondo perduto, intercettando specifici finanziamenti europei”. Qui la polemica con le annunciate decisioni della Giunta Galimberti: “Ad opera pressoché ultimata, apprendo della volontà della nuova amministrazione di apportare una pesante modifica progettuale, non dettata da imprevisti di natura tecnica, inesistenti, ma dall’intenzione dei nuovi amministratori di “personalizzare” l’opera secondo proprie visioni ideologhe, al punto da alterare profondamente lo scopo per la quale l’opera è stata progettata e realizzata. Comprendo e condivido quindi  la contrarietà dei residenti dei quartieri di Borgo Loreto e di San Bernardo, che giustamente si sono mobilitati per impedire l’assunzione di questa decisione, che confligge con la logica, il buon senso e la buona amministrazione”.

Malvezzi termina con due riflessioni. “La ‘continuità amministrativa’ non è un segno di debolezza – dice l’esponente di NCD –. Se l’azione amministrativa è realmente ispirata da spirito di servizio, realizza il suo compito anche dando attuazione a progetti pensati da altri, consapevole che non è il “padrone” della città né il gestore della vita dei cittadini. Occorre cioè  l’umiltà di mettersi al servizio della città e non di asservire la città ai propri voleri. L'”onnipotenza amministrativa” è caratteristica di coloro che interpretano il proprio compito con prepotenza ed arroganza ignorando tutto e tutti. È un atteggiamento tipico dei neofiti e, di norma, produce disastri. Il lavoro all’interno della Giunta, se esiste, dovrebbe aiutare a limitare queste derive e gli eccessi di personalismo.

Da ultimo: sottoutilizzare un’opera pubblica, apportando varianti che ne alterano la funzionalità originaria, corrisponde ad uno spreco di denaro pubblico. Anche per questo ritengo che la saggezza e la prudenza debbano ispirare sempre  il lavoro di ogni buon amministratore. Spero alla fine prevalga  la ragione”.

g.b.

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