Occultò documenti elettorali: condanna definitiva per ex sindaco Ori
Con l’ultima parola della Cassazione, la condanna dell’ex sindaco di Castelvisconti Giacomo Ori, finito a processo per aver occultato documenti elettorali, è ormai definitiva. Per l’ex primo cittadino, dunque, condanna ad otto mesi, pena sospesa, e duemila euro di risarcimento danni, così come aveva deciso la corte d’appello di Brescia che aveva riformato la sentenza di assoluzione emessa in primo grado. Il caso Ori era arrivato in appello in seguito all’impugnazione della sentenza di primo grado sia della parte civile, che della procura di Cremona che della stessa procura generale. Nel processo, in rappresentanza dell’amministrazione comunale, si era costituito parte civile l’attuale sindaco di Castelvisconti, Alberto Sisti, assistito dal legale Stefano Ferrari. I fatti risalgono al giugno del 2009, durante il periodo elettorale. Ori, per dieci anni sindaco del Comune di Castelvisconti (si era presentato con una lista civica unica), era accusato di aver occultato atti pubblici del Comune da lui amministrato riguardanti il voto assistito e sottratto la documentazione dagli uffici comunali. Dopo aver ricevuto una segnalazione, i carabinieri di Casalbuttano avevano cominciato ad indagare. Qualcuno aveva notato l’ex primo cittadino, allora in corsa per la poltrona, portare via alcuni documenti originali dagli uffici del Comune. Gli atti erano stati successivamente rinvenuti e sequestrati nella sede della Edilsoci, impresa edile il cui amministratore unico è lo stesso imputato. Tutto ruotava attorno alla richiesta iniziale di sette voti a domicilio che il sindaco uscente aveva fatto all’Asl, incassando un rifiuto. Ori aveva quindi mandato una lettera al presidente di seggio William Raschiani, di Castelleone, con la quale lo autorizzava a raccogliere le preferenze a casa degli elettori, nel frattempo dimezzati a quattro. Raschiani aveva informato della procedura i rappresentanti di lista. Al domicilio degli elettori ci sarebbe dovuto andare con gli scrutatori e gli stessi rappresentanti di lista. La questione, però, era finita in prefettura sulla scrivania del vice prefetto vicario Emilia Giordano che aveva sospeso la procedura di voto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA