In causa da 30 anni 89enne assolta in appello Non ingiuriò la vicina
E’ finita in appello con un’assoluzione, la causa, durata più di trent’anni, tra l’89enne Ebe, maestra di Ostiano, e Francesca, 88 anni, sua vicina di casa ed ex fornaia del paese, nel frattempo deceduta. Il giudice Pio Massa, nel procedimento d’appello, ha ribaltato la sentenza di primo grado emessa nel novembre del 2013 dal giudice di pace Daniela Badini che aveva condannato Ebe per un episodio di ingiurie accaduto nel 2008. Per l’anziana, 600 euro di multa, il risarcimento del danno per 800 euro e il pagamento delle spese legali. Il legale della donna, l’avvocato Santo Maugeri, ha fatto ricorso, incassando oggi l’assoluzione per la sua cliente. Per Francesca, la causa è stata portata avanti dal figlio che era parte civile. L’avvocato Maugeri ha puntato la sua difesa sulla mancanza di prove e sul fatto che la testimone sentita non era presente ai fatti.
Da più di trent’anni le due donne si sono contese la proprietà del muro perimetrale che divide le loro abitazioni.
Sotto accusa, la frase che l’anziana avrebbe detto alla sua vicina il 22 maggio del 2008: “Diseredata, prostituta!”. Ebe, con alle spalle 26 anni di insegnamento elementare in provincia di Padova e a Ostiano e altri 7 come professoressa di matematica a Viadana, molto conosciuta in paese anche per le sue donazioni alla casa di riposo, ha sempre respinto le accuse. “Si è inventata tutto per mangiarmi i soldi”, aveva detto in aula davanti al giudice di pace.
Nel procedimento di primo grado, Francesca, difesa dall’avvocato Paolo Invernizzi, aveva detto che Ebe aveva anche l’abitudine di picchiare contro il muro di casa sua. “Sentivo che diceva che voleva buttare giù la casa. Ho anche chiamato i vigili del fuoco”. “A sentirmi dire quelle parole”, aveva spiegato la donna, “sono rimasta male”. “Quel giorno”, questa invece la versione di Ebe, “stavo uscendo con la macchina. Qualcuno aveva ucciso i miei cinque gatti. Lei si è avvicinata e mi ha detto che mi doveva ringraziare perché per i gatti non avevo dubitato di lei. Tutto qui, nessuna offesa”.
Sara Pizzorni
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