Ambiente

I Radicali: 'Osservatorio Tamoil, così è poco credibile'

In vista della riunione dell’Osservatorio Tamoil in programma giovedì 26 marzo, alle 17,30 in Sala Quadri di palazzo Comunale, gli esponenti radicali Sergio Ravelli e Gino Ruggeri, in qualità di segretario e presidente dell’Associazione radicale Piero Welby di Cremona, si rivolgono con una lettera aperta ai componenti dell’osservatorio “per sottoporvi un problema che, a nostro parere, presenta delicati profili non solo di opportunità istituzionale, ma anche di credibilità, per tutti gli enti pubblici che tramite un loro rappresentante fanno parte di questo organismo. Abbiamo appreso che nel predetto Osservatorio, da poco ricostituito con deliberazioni della Giunta comunale, è tuttora presente l’ing. Enrico Gilberti, in qualità di rappresentante di Tamoil Raffinazione S.p.A. La nostra storia radicale testimonia che non è nostra abitudine puntare il dito contro una persona imputata o condannata allesito di un procedimento penale, ma non possiamo non chiederci e chiedervinellinteresse e per la credibilità dellOsservatoriose è davvero ancora possibile ritenere ling. Gilberti un interlocutore attendibile dopo la sentenza del giudice Guido Salvini che lo ha visto condannato per disastro ambientale doloso ed omessa bonifica.

Nello specifico, vi facciamo presente che dalle motivazioni della sentenza depositate il 16 febbraio scorso si evince che l’ing. Gilberti:

1 – ha fuorviato gli Enti pubblici in occasione della presentazione dell’autodenuncia del 29.3.2001 presentando una “comunicazione lacunosa, incompleta, palesemente inesatta” che ha “rallentato e compromesso il procedimento amministrativo che in tal modo si è trascinato per molti anni mentre l’uscita e la migrazione del contaminante ancora non si era interrotta”. Tale comunicazione ha gravemente inficiato l’intera procedura di caratterizzazione del sito che, avviata sulla base di presupposti falsi (nessun pericolo di contaminazione delle aree esterne) non ha consentito l’adozione tempestiva da parte di Tamoil delle misure di messa in sicurezza d’emergenza. Misure adottate, in parte e con grave e doloso ritardo, solo a partire dal 2007;

2 – ha dichiarato l’estraneità della società Tamoil in relazione all’inquinamento, addossandone la responsabilità ad altro soggetto giuridico (Amoco S.p.A.), mentre la documentazione prodotta in giudizio dimostra inequivocabilmente “l’assoluta continuità nella gestione della raffineria dagli anni ’60 ad oggi”. Afferma il giudice: Tamoil è Amoco, Amoco è Tamoil”.

“Ci sembrava doveroso – concludono Ruggeri e Ravelli – manifestarvi queste nostre preoccupazioni e considerazioni prima dell’avvio dei lavori del ricostituito Osservatorio onde evitare che nessuno, fra qualche tempo, possa affermare “io non sapevo”.

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