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Inceneritore, la verità di Aem Gestioni: 'Competitivo a livello nazionale' Gli ambientalisti: 'Inefficiente, ecco perchè'

foto Sessa

AGGIORNAMENTO – Un sindaco molto più cauto sulla dismissione dell’inceneritore, quello che ha concluso la commissione Ambiente di questo pomeriggio, iniziata alle 17,30 e conclusasi dopo oltre due ore. Un dibattito lungo nel quale non è mancata la schermaglia politica (sulle dimissioni di Zamboni), ma che ha fatto emergere un’altra questione: le divergenze tra Giunta comunale e Aem/Lgh sulle caratteristiche e le potenzialità dell’impianto di San Rocco.

Al termine della seduta è stato evidente il nervosismo tra sindaco Galimberti e amministratore delegato di Aem Gestioni, Enrico Ferrari. Galimberti non parla più di tre anni come termine per arrivare alla chiusura dell’inceneritore, come aveva fatto in campagna elettorale, ma lascia indefinita la tempistica di dismissione: “L’amministrazione precedente ha avviato un percorso, questa amministrazione lo continua con due tavoli tecnici che stanno lavorando, per di più in confronto con gli altri territori. Alla fine del percorso potremo definire le tempistiche”.

“Siamo in un’epoca caratterizzata da un trend nazionale, regionale e territoriale di diminuzione dei rifiuti prodotti – ha detto ancora Galimberti – Contemporaneamente, siamo di fronte ad un aumento al 70% di raccolta differenziata in città nel corso del 2015 con un calo stimato di Rur da smaltire, un correlato calo di rifiuti prodotti e una direzione precisa che è la tariffazione puntuale”.“L’inceneritore – ha continuato il sindaco – è di proprietà di Lgh, ovvero di cinque territori. L’impianto può bruciare un massimo di 70mila tonnellate annue di rifiuti che derivano dalla Rur, che secondo il trend è in calo, da rifiuti speciali o, con la normativa dello Sblocca Italia, da rifiuti provenienti da altre parti del paese. Su questo ultimo tema il Consiglio comunale si è espresso dando indirizzo preciso alla Giunta di descrivere al Governo le caratteristiche dell’impianto e di manifestare l’inopportunità di collettare rifiuti da altri territori. Ecco, dunque, le lettere inviate al Ministro all’Ambiente Galletti e al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio. Altre caratteristiche sono l’efficienza dell’inceneritore, l’ammortamento e la manutenzione ordinaria e straordinaria sulla base dei parametri sempre più rigidi imposti dall’Unione Europea. Il problema della costruzione di una exit strategy dall’inceneritore è capire quanto costa: non solo quanto costa spegnerlo, ma anche quanto costa mantenerlo. Qual è il cammino in corso? Due tavoli di confronto: un tavolo regionale che da novembre si è riunito quattro volte ed esaurirà il proprio mandato entro il 15 settembre 2015 con un rapporto conclusivo entro il 31 dicembre 2015; un tavolo istituito in Lgh che si riunirà per la prima volta a fine mese e che terminerà il lavoro ad ottobre 2015. La questione è complessa e va studiata con tutta la competenza e la serietà possibili; uno studio commissionato da Lgh al Politecnico che verrà consegnato a metà maggio. Al termine di tutto questo lavoro avremo il quadro completo per definire le tempistiche opportune”.

L’EFFICIENZA ENERGETICA – La dirigente comunale del Settore Sviluppo, Lavoro e Area Vasta Mara Pesaro ha illustrato i dati. In base al Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti (delibera regionale n.1990 del 20 giugno 2014), l’indice di efficienza energetica dell’impianto di Cremona è di 0,54 (E/min), dato che posiziona l’impianto di Cremona in Lombardia solo prima di Accam Spa di Busto Arsizio (0,427) e di Core Spa (0,51). Dati congrui con quelli di Arpa Lombardia del 2014: l’impianto di Cremona ha un’efficienza energetica di 0,55 più alta solo di Accam (0,38). “Il dato di efficenza energetica – ha spiegato il sindaco – è un parametro non burocratico, ma tecnico preciso e riassuntivo del funzionamento complessivo dell’impianto. Ecco perché lo abbiamo menzionato nelle lettere indirizzate al Governo. Proprio l’efficienza energetica è importante per considerare l’impatto ambientale”.

Per quanto riguarda la produzione di energia, in particolare termica, l’inceneritore si posiziona, invece, nella parte alta della classifica regionale. Richiamata anche la delibera di Regione Lombardia del 13 marzo 2014 che definiva il caso di Cremona “un’esperienza pilota nel senso della valutazione funzionale al decommissioning selettivo”.“In campagna elettorale – ha concluso il sindaco – abbiamo sempre fatto un’analisi a 360 gradi e abbiamo sempre ripetuto che era importante elaborare un serio piano industriale. Il percorso delineato va proprio in questa direzione. Un percorso laico, non ideologico che deve affrontare diverse questioni. Tra cui anche, e lo chiedo a tutti i consiglieri: siete d’accordo o no che l’inceneritore di Cremona colletti rifiuti da altri territori? L’amministrazione precedente ha avviato un percorso, questa amministrazione lo continua con due tavoli tecnici che stanno lavorando, per di più in confronto con gli altri territori. Alla fine del percorso potremo definire le tempistiche”.

L’INTERVENTO DEL DIRETTORE AEM GESTIONI FERRARI – Netta smentita da parte dei tecnici di Aem Gestioni rispetto a quanto dichiarato dalla Giunta Galimberti nella lettera inviata al Governo  (per chiedere l’esclusione dell’impianto di termocombustione dall’art 35 dello ‘Sblocca Italia’), in merito all’efficienza dell’impianto stesso. Come ha confermato il direttore di Aem Gestioni Enrico Ferrari nel suo intervento in Commissione Ambiente: “I nostri dati di efficienza energetica consentono all’impianto di fregiarsi del titolo di R1 in quanto esso è considerato efficiente dalla Regione. A Cremona l’inceneritore è stato realizzato in funzione del teleriscaldamento e si è sempre lavorato per la produzione di calore”. Sotto certi punti di vista, secondo Ferrari, l’impianto cremonese è addirittura competitivo a livello nazionale rispetto ai migliori impianti, in quanto “abbiamo continuità di funzionamento per linea di 1000 ore superiore alla media nazionale (7700 contro 6700)”.

Enrico Ferrari (Aem Gestioni)

Per di più proprio in questi giorni è tornata in funzione la linea 1, che era ferma da un paio di mesi per manutenzione. Franco Mazzini (amministratore delegato di Lgh) ha invece evidenziato che dal punto di vista dell’impatto economico dello spegnimento, è ancora presto per fare previsioni. Qualcosa in più si saprà a metà maggio e a metà ottobre quando saranno pronti gli studi tecnici del Politecnico e quello interno a Lgh.

LE TENSIONI POLITICHE SU DIMISSIONI DI ZAMBONI –  Una seduta affollatissima in occasione della commissione ambiente, quella iniziata alle 17,30 per parlare del futuro dell’inceneritore. Una riunione in cui la tensione è palpabile, a una settimana delle dimissioni del presidente di Aem Gestioni, Federico Zamboni. Ad aprire le danze una considerazione preliminare del consigliere Federico Fasani, Ncd, che ha chiesto all’assessore all’Ambiente Alessia Manfredini di rendere conto delle pressioni fatte a Zamboni, secondo le accuse lanciate dallo stesso. Ma dall’amministrazione la risposta è stata un muro di silenzio. Richieste nuovamente le dimissioni dell’assessore da parte sia di Fasani che di Giorgio Everet (Forza Italia) che ha lamentato assenza di democrazia.

Presenti l’amministratore delegato di Lgh Franco Mazzini e il direttore generale di Aem Gestioni (partecipata da Lgh), Enrico Ferrari.

Franco Mazzini (Lgh)

LE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE CORREGGONO LA REGIONE: ATTENZIONE A COME SI SOMMANO I VALORI ENERGETICI – Secondo le associazioni Ambientescienze e Creafuturo, presenti in commissione, i dati che pongono il termocombustore di Cremona al secondo posto in regione (contenuti nel Programma regionale di gestione dei rifiuti) per efficienza energetica non possono essere letti come una promozione dell’impianto cremonese. “Mentre riteniamo – scrivono nel dettagliato dossier tecnico diffuso nella stessa commissione –  che sia esatto il calcolo dell’indice di efficienza energetica come definito dalla formula R1 della direttiva quadro europea sui rifiuti, che pone l’impianto di Lgh al nono posto in Lombardia, ci permettiamo di avanzare delle considerazioni del tutto diverse per quanto riguarda l’altro parametro, quello sulla produzione di energia termica ed energia elettrica per tonnellata di rifiuti”. Per questo parametro la classificazione nelle linee guida regionali pone Cremona al secondo posto, mentre per i tecnici delle associazioni siamo al settimo. “La somma delle due energie – affermano questi ultimi – è stata effettuata per pura via aritmetica senza tenere conto delle ben diverse valenze e peculiarità che le caratterizzano. Pur essendo entrambi energia, e quindi misurabili con le stesse unità di misura, la pura addizione dei numeri che le rappresentano equivale a sommare ‘mele con pere’, che sono entrambi frutti ma, appunto, di tipologia diversa. Per superare questo problema di non omogeneità è opportuno fare riferimento alla fonte primaria di partenza da cui sia calore che elettricità derivano e che è rappresentata dall’energia chimica incapsulata nei rifiuti combustibili, e definita pertanto energia primaria. A seguito di ciò, riportando i valori dell’energia elettrica e termica a livelli equivalenti di energia primaria, (che è la ‘madre comune’), sarà lecito operare la somma dei due termini ‘omogeneizzati’ (…)”.

Dunque, la colonna da guardare per capire il grado di efficienza dell’impianto è la n.8, quella che riporta i valori dell’energia primaria per tonnellata di rifiuti bruciati: e qui – concludono gli esperti delle associazioni ambientaliste – il posto in graduatoria ricoperto dal combustore di S. Rocco non è secondo, ma il settimo”.

IL DIBATTITO POLITICO – Al di là della questione puramente tecnica, sul piatto c’è anche il dibattito politico, che in diverse fasi della commissione è sembrato prevalere anche quello tecnico, per quanto Galimberti ha tenuto a far notare che anche i politici devono essere preparati dal punto di vista tecnico. Un Galimberti piuttosto alterato quello che si è visto durante la commissione, sotto il fuoco di fila dell’opposizione e la smentita ricevuta sui dati da parte dei tecnici Aem.

Duro è stato l’attacco di Federico Fasani (Ncd) già in apertura della commissione: “Sono sei mesi che chiediamo di conoscere i contenuti di una relazione di Aem che avete tenuto nascosta e che continuate a rifiutarvi di rendere pubblica. Lo stesso vale per la relazione del Politecnico che avete ricevuto il 31 gennaio, di cui non avete parlato”. Fasani non ha neppure mancato di rintuzzare i tecnici sulla questione dell’efficienza energetica, tema su cui è emersa una differente interpretazione dei dati dalle diverse parti.

Alessandro Fanti (Lega) ha invece posto una questione molto pratica: “Alla luce di quanto emerso, se gli studi economici dovessero dire che è meglio tenerlo acceso, cosa intende fare la Giunta?” si chiede il consigliere.

Alessio Zanardi (Gruppo Misto) si è invece chiesto se vi è una data minima, prima della quale non è comunque possibile spegnere l’impianto. La questione delle tempistiche è in effetti uno dei cavalli di battaglia dell’opposizione, che continua a sottolineare come per la Giunta non sarà possibile rispettare la promessa elettorale di chiudere entro tre anni. D’altro canto, da parte di Galimberti sembra che la questione temporale sia ormai passata in secondo piano, in quanto oggi è prioritario “Studiare a fondo la situazione”.

A sollevare invece una questione fondamentale che per molti sembra passata in secondo piano è stato Andrea Sozzi (Obiettivo Cremona con Perri), che ha ribadito: “Credo che la domanda fondamentale da farsi sia quale sia l’impatto ambientale dell’impianto e se esso rappresenti effettivamente un pericolo per la salute”.

Osservatore particolarmente interessato alla commissione è stato il presidente della Vigilanza, Marcello Ventura (Misto – Fratelli d’Italia-An), che per primo aveva scoperchiato il caso delle date di convocazione ‘boicottate’ dalla maggioranza. “Sono soddisfatto perché i tecnici di Aem e Lgh hanno detto chiaramente quello che noi sapevamo avendo letto i dati: l’inceneritore di Cremona dispone di una tecnologia avanzata che viene guardata anche da altre città. Sono state smentite la cose  dette in campagna elettorale dall’attuale maggioranza”· Quanto alla querelle sull’assessore Manfredini: “Non ha confermato né smentito le pressioni su Zamboni per non farlo partecipare alla Vigilanza, come al solito ha glissato. La sua presenza in commissione è stata completamente inutile; ha parlato Galimberti, con un discorso come sempre confusionario per mischiare le carte e dando dati che non corrispondevano alla verità, smentiti da tutti i tecnici presenti”. Ora convocherà una nuova Vigilanza? “Ne parleremo con le altre forze di opposizione”.

 

Laura Bosio

Giuliana Biagi

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